"Desidererei lasciare questo mondo come l'uccello che prende il volo e sparisce nel cielo, oppure come il fumo che si innalza in volute blu davanti ai nostri occhi e un istante dopo non c'è più": un giorno mi aveva detto queste parole che ora mi tornavano in mente come un sospiro di un animo poetico che implorava una fine poetica, un'uscita di scena in punta di piedi. Lo stesso concetto lo aveva espresso parlando con la baronessa Rothschild il giorno prima del suo assassinio come una profezia:
"Mi piacerebbe che la mia anima se ne volasse in cielo attraverso un pertugio del cuore".
Il cielo aveva esaudito questo desiderio.1
Il 10 settembre del 1898, alle ore 13,40 lasciava tragicamente questa nostra vita Elisabetta Imperatrice d'Austria e Regina d'Ungheria, a seguito di un attentato occorso a Ginevra, dove Ella stava trascorrendo in incognito una delle sue ambite vacanze lontano dalle angustie della Corte e dalla politica, profondamente i crisi poichè lacerata da profonde divisioni ideologiche tra le nazioni e dai gravi conflitti coloniali della fine del secolo, sulle rive del lago Lemano, in prossimità del molo in procinto d'imbarcarsi sul battello “Géneve”; Luigi Lucheni - lo chiameremo Luccheni come volevano le cronache del tempo -, di origini italiane, ma nativo di Parigi, ne fu l'orgoglioso autore.
Così, con voi, qui, oggi, mi piace celebrarla e ricordarla attraverso le memorie di chi le fu accanto negli ultimi momenti della sua breve, languida, mesta esistenza, che probabilmente si concluse nel modo che Ella, da sempre, aveva desiderato: senza sofferenza, per gli altri e per sé, senza malattie ed agonie che avrebbero intristito i famigliari, senza dolore, senza pene... per nessuno...
[...] La contessa Szaray mi disse che, la mattina di quel giorno (10 settembre del 1898, N. d. A.)
, entrò nella stanza dell'imperatrice, come al solito, per chiedere come aveva dormito, e trovò la sua imperiale padrona pallida e triste.
"Ho avuto una strana esperienza", disse Elisabeth. "Sono stata svegliata nel bel mezzo della notte dai luminosi raggi della luna che riempivano la mia stanza, poiché la servitù aveva dimenticato di tirare giù le avvolgibili e potevo vedere la luna dal mio letto,e sembrava avere il volto di una donna piangente. Non so se si tratta di un presagio, ma penso che incorrerò in qualche disgrazia. "2QUANDO IL FATO DISPIEGA LE SUE ALI OSCURE ...
Dopo essere uscite per fare compere intorno a metà mattino, sua Maestà ed Irma Sztáray che, sua affezionata Dama d'onore, era al suo fianco anche quel tragico e fatidico giorno, rientrarono all'Hotel Beau Rivage, dove alloggiavano a Ginevra, nel primissimo pomeriggio per risalire in camera, bere un po' di latte fresco e preparasi per prendere il battello per Caux, ma si stava facendo tardi, la gentildonna ungherese era in apprensione per timore che il battello se ne andasse senza di loro, l'imperatrice sembrava temporeggiare ...Cito dalle memorie di Irma Sztáray:Mi ricordo di due figure che si inchinavano profondamente davanti all'hotel. Dovevano essere l'albergatore ed il portiere. Erano esattamente le 13.35 quando varcammo la soglia.Dio Onnipotente ! Se quei cinque minuti successivi potessero essere stati eliminati dallo scorrere del Tuo tempo !Costeggiammo il lago. Il suolo bruciava sotto le mie scarpe. Passammo davanti al monumento di Braunschweiger quando l'imperatrice, contenta come una bambina spensierata incapace di tenere per sé quello che le passa per la testa, disse indicando due alberi:" Guardate Irma, i castagni sono in fiore ! A Schönbrunn ce ne sono certi che fioriscono due volte l'anno e l'imperatore mi ha scritto che sono in piena fioritura"." Maestà il segnale della nave " ! gridai e contai d'istinti uno... due... la successione dei cupi colpi dello scampanio.In quel momento notai a una certa distanza un uomo che, come inseguito da qualcuno, spuntò da dietro un albero sul ciglio della strada e corse verso un altro accanto, da là passò con un balzo al parapetto in ferro sul lago, poi di nuovo verso un albero e così si avvicinò a noi procedendo a zig zag sul marciapiede. " Ecco un altro che ci fa ritardare !", pensai istintivamente seguendolo con lo sguardo mentre raggiungeva un'altra volta il parapetto e balzando da lì cominciò a correre obliquamente verso di noi.D'istinto feci un passo in avanti per proteggere Sua Maestà dall'uomo, ma egli ora sembra come incespicare, avanza e nello stesso istante sbatte con la mano contro l'imperatrice.Come colpita da un fulmine, l'imperatrice cadde all'indietro silenziosamente e io, fuori di me, mi chinai su di lei con un unico grido disperato.Dio del Cielo ! Il giorno in cui mi presenterò davanti a Te per renderti conto delle mie azioni, ti ricorderai di questo momento orribile...Passai attraverso tutte le angosce della morte e invece delle mie labbra paralizzate, fu la mia anima prostrata che domandò misericordia al Nostro Salvatore. E poi, fu come se il cielo si chiudesse davanti a me.L'imperatrice aprì gli occhi e si guardò attorno. Il suo sguardo rivelava che era pienamente cosciente. Poi con il mio aiuto si rialzò lentamente da terra.Un cocchiere mi aiutò, il Cielo lo benedica !Mi sembrò un miracolo che ora stesse ben dritta davanti a me. Ii suoi occhi luccicavano, il suo viso era arrossato, le sue trecce magnifiche, scioltesi nella caduta, scendevano come una corona che stesse per scivolarle dalla testa. Era indicibilmente bella e regale. La gioia ebbe il sopravvento sul terrore. Le chiesi con voce soffocata:" Come vi sentite Maestà ? Non vi è successo niente ? "." No - rispose con un sorriso - non mi è successo niente ".Che in quella mano maledetta ci fosse un pugnale, in quel momento non l'immaginavamo né lei né io.Nel frattempo era arrivata gente da tutte le parti che, indignata per quell'assalto brutale, chiedeva all'imperatrice se non avesse subito dei danni.Ed ella, con grande cordialità, ringraziò ognuno per la gentilezza nella sua lingua - tedesco, francese, inglese -, confermò che non le era stato rubato nulla e permise al cocchiere di spolverarle il vestito impolverato.Intanto era giunto sul posto anche il portiere del Beau Rivage, che aveva assistito a questa scena terribile e insisteva perché rientrassimo in albergo." Perché ? - domandò l'imperatrice, mentre cercava di sistemarsi i capelli, - non è successo niente. Sbrighiamoci piuttosto a raggiungere il battello ".Dato che non era riuscita a rimettersi in ordine l'acconciatura, si mise il cappello, afferrò il ventaglio e l'ombrello, si congedò con gentilezza dalle persone accorse e ripartimmo. Durante il cammino, mi domandò: " Ditemi, cosa voleva quell'uomo da me "." Quale uomo, Maestà, il portiere dell'albergo ? "." No, l'altro, quell'uomo spaventoso ! "." Lo ignoro, Maestà, ma, senza alcun dubbio, è stato un infame scellerato ! "." Forse voleva rubarmi l'orologio ", aggiunse dopo un po'.Sua Maestà avanzava al mio fianco con passo energico ed elastico, il suo portamento appariva fiero e rifiutò di appoggiarsi al mio braccio.Dopo un poco si girò verso di me: " Sono pallida, vero ? "." Un po' - risposi, - forse per la paura ".Frattanto ci raggiunse il portiere per comunicarci la notizia che il malfattore era stato catturato." Cosa ha detto ? " domandò l'imperatrice.Quando le ripetei la notizia e la guardai, mi accorsi che i suoi lineamenti erano alterati dal dolore. Spaventata, la pregai di dirmi la verità, cosa sentiva, e se non avesse dolori, e mentre proseguiva il cammino apparentemente senza difficoltà, stavo incollata a ogni suo passo, terribilmente preoccupata." Mi pare che il petto mi faccia un po' male " disse.Arrivammo al porto. Oltrepassò la passerella precedendomi ancora con passo rapido, ma appena si trovò sul battello fu presa da vertigini. 3
La contessa, aiutata da alcune persone dell'equipaggio, cercò di rianimare l'imperatrice che diede segni di ripresa, ma erano quelle le ultime stille di vita che il suo cuore ferito riusciva a concederle;
Un'anima che si trovasse su quel confine dove il regno della beatitudine è contiguo a quello della dannazione, e che attendesse di vedere quale porta si fosse aperta davanti a lei, doveva provare gli stessi sentimenti che mi assalirono in quegli istanti. Scese su di me un raggio di luce che mi diede forza, ma la mia anima percepiva il soffio gelido di ali nere e la vicinanza della notte eterna. 4 L'imperatrice aveva gli occhi schiusi, ma il suo sguardo confuso e già velato scrutava con fare indagatorio chi le stava attorno ...I suoi occhi cercarono il cielo, poi si fissarono sul Dents-du-Midi e da lì scivolarono lentamente su di me per imprimersi per sempre nella mia anima.
"Cosa mi è successo allora ? ".
Queste furono le sue ultime parole, poi cadde all'indietro senza conoscenza. 5
L'imperatrice portava un piccolo corsetto di seta nera che volevo aprirle per darle sollievo. Quando le allentai i lacci notai sulla camicia di batista che portava sotto, una macchia scura vicino al cuore, grande come un fiorino d'argento. Che cos'era ? Ma subito l'agghiacciante verità mi apparve chiaramente. Aprendo la camicia vidi nella zona del cuore una piccola ferita triangolare dalla quale scendeva una goccia di sangue coagulato.
Luccheni aveva pugnalato l'imperatrice. 6
Corpetto indossato dall'imperatrice il giorno dell'assassinio in cui risulta evidente il seppur piccolo foro che lasciò la lima a sezione triangolare con cui Luccheni le perforò il costato raggiungendo il cuore provocando una lenta emorragia interna che la fece spirare solo quando lo spazio tra miocardio e pericardio si fu saturato di sangue, in una lenta, ma graduale, perdita di coscienza.
Priva di conoscenza l'imperatrice lascia con la contessa Sztáray il battello per fare ritorno alla sua stanza nell'Hotel ...
... dove pochi minuti dopo il medico ne dichiarerà l'avvenuto decesso.Erano le 13.40.Pochi minuti, ed il cielo perse una delle sue stelle più luminose !
La stampa di tutto il vecchio continente diffuse velocemente la tragica notizia ed immediato sorse il cordoglio in ogni dove...
Da Vienna giunse sollecita l'autorizzazione a compiere l'autopsia, senza che però venisse eseguita l'imbalsamazione dell'Augusta salma, di rito presso tutti gli Asburgo, ma che solamente i medici di Corte dovevano compiere.Quindi, ricomposta la salma, venne introdotta nella bara ed esposta nella Hall dell'Hotel che divenne un'improvvisata camera ardente.
Le spoglie dell'imperatrice lasciano l'Hotel l'11 di settembre per dirigersi in carrozza alla stazione e raggiungere Vienna
La stazione di Ginevra dove stanno per essere trasportate su di un treno diretto verso Vienna le spoglie mortali dell'imperatrice
La notizia dell’assassinio scosse l’Europa intera: alle voci di costernazione, lutto e commozione sincera di sovrani e capi di stato si unirono anche quelle di artisti e letterati e noi che siamo, o meglio eravamo, un popolo di poeti, accogliemmo l'eco di un vasto cordoglio comune in un sentimento sinceramente commosso che si fece lirica:
all’indomani dei funerali, avvenuti il 17 settembre ( la sovrana è sepolta nella
Kaisergruft presso la P.P. Kapuzinern ),
Le spoglie dell'imperatrice lasciano definitivamente la Hofburg per la cerimonia si Stato
in Italia Carducci compose, quasi di getto, tra il 22 e il 25 settembre, Alle Valchirie (pubblicata dapprima sulla «Rivista d’Italia», Roma, I, 15 ottobre 1898, quindi raccolta in Rime e ritmi,1899) - Per i funerali di Elisabetta Imperatrice Regina, in cui il poeta invoca le protagoniste femminili della mitologia nordica che affiancavano Odino, già celebrate da Wagner (Der Ring des Nibelungen, citate nella prima giornata Die Walküre, 1854-1856), il cui scopo era quello di scegliere i più eroici tra i caduti e condurli nel Valhalla:
Peter Nicolai Arbo, Valkyrien, 1896
Bionde Valchirie, a voi diletta sferzar de’ cavalli,
sovra i nembi natando, l’erte criniere al cielo.
Via dal lutto uniforme, dal piangere lento de i chercirapite or voi, volanti, di Wittelsbach la donna.
vv.1-4 Alle Valchirie - Per i funerali di Elisabetta Imperatrice Regina, Giosuè Carducci
Gabriele d’Annunzio, non meno scosso dalla notizia dell’uccisione dell’imperatrice, pubblicava sul «Mattino» di Napoli del 29 -30 settembre 1898 un articolo che titolò La virtù del ferro, in cui celebrava l’eroina del sogno, questa creatura senza sonno, trasfigurata, in nome dell'estetismo della sua penna, e che trionfa della luce che abbaglia il momento del trapasso, la cui bellezza e la cui forza d’animo paiono dispiegarsi ora come non mai, grazie ad un rozzo pugnale sì funesto e fatale, ma dall’incomparabile virtù di aver una volta per tutte impresso nella Storia il mito assoluto di quest'anima, magnifico esempio di solitudine, di potenza e libertà, [...] che non conosceva per la sua forza che un solo impero e un sol regno: la vita interiore, ed averla sospinta in una sfera governata da una esistenza superiore, articolo che verrà tradotto in tedesco da Hofmannsthal e pubblicato della rivista «Die Zukunft» il 15 ottobre del medesimo anno.
"Una morte armoniosa nell'ora opportuna...". Il suo dolore e il suo sogno non eran maturi come quei frutti di settembre ch'ella mangiava seduta sulle rocce lacustri guardando impallidire le belle acque? Il Destino, che aveva rischiarato con fulmini sì grandi la sommità di quell'anima solitaria, la trattò con una mano egualmente ardente e forte nell'ora in cui vide la necessità di staccarla in piena luce e di fissarla nella memoria degli uomini per mezzo dello schianto dell'avvenimento impreveduto.
Parve si compiesse un voto mistico.
da La virtù del ferro, Gabriele D'Annunzio
Ed infine va ricordata la rievocazione che ne fece Giovanni Pascoli, il quale ricorda la figura di Elisabetta nell’ode Nel Carcere di Ginevra, pubblicata per la prima volta sulla «Minerva» del 25 dicembre 1898, con toni caustici ed impietosi per colui che ha
voluto tiranno essere e reo!
perché l’hai tolto a qualche regia scure
il ferro per il tuo pugnal plebeo.
vv.48-50, Nel carcere di Ginevra, Giovanni Pascoli
LUIGI LUCCHENI: RITRATTO DI UN MISERO EMARGINATO.
Tuo focolare era il dolor del mondo,
o senza tetto! Uscisti: il tuo pugnale
cercò, cercò, con odio vagabondo.
vv.51-53, Nel carcere di Ginevra, Giovanni Pascoli
Chiunque si questioni sulla natura di un individuo capace di commettere un atto talmente efferato e su di una persona completamente indifesa ed incapace di nuocere, in alcun modo, anche politicamente, non può che giungere alla conclusione che altro non possa essere che profondamente e radicalmente malvagia e ria.Eppure, con estrema incredulità mi sono trovata a leggere quanto, invece, fosse degna di ogni tipo di ammirazione la persona di Luigi Luccheni - assassino, appunto, dell'Imperatrice Elisabetta d'Austria - fino a due mesi, un mese e mezzo prima di commettere il delitto che lo fece conoscere al mondo e passare, perciò, alla storia.
Nato a Parigi, partorito da una madre che lo aveva misconosciuto dal primo momento in cui lo vide e che quindi lui mai conobbe, non seppe mai chi fu suo padre; cresciuto in brefotrofio venne quindi adottato da una famiglia di tutto rispetto presso Parma che provvedette a dargli un'educazione e persino un'istruzione al di sopra della media ( non va dimenticato che l'analfabetismo allora raggiungeva ancora cifre da capogiro ) e quindi, raggiunta l'età del servizio militare, fu arruolato e fregiato per aver preso parte con successo alla campagna d'Africa, con una medaglia al valore.Terminato con onore il militare fu assunto in qualità di cameriere dal Principe Ramero de Vera d'Aragona a Palermo, suo ex comandante di cavalleria che voleva rimanesse al suo fianco perché ne aveva apprezzato le non comuni doti umane.Dopo alcuni mesi, probabilmente spinto dal bisogno di crearsi una vita propria, Luccheni abbandonò quella che era ormai divenuta la sua famiglia e si cercò un lavoro autonomo, trovandosi così spesso a doversi accontentare di paghe esigue e quasi sempre non sufficienti a garantirgli la vita decorosa cui era avvezzo, anzi, dovette abituarsi a vivere sovente di stenti: si specializzò quale manovale nella costruzione di strade carrabili, ponti e strade ferrate, lavoro che lo condusse in Liguria, prima, e poi in Svizzera, dove era elevata la richiesta di tale tipo di manovalanza, ma dove, anche, veniva fornito senza difficoltà alcuna, asilo politico ... a chiunque, anche agli anarchici, nuovi rivoluzionari divulgatori di volantini e giornali che inneggiavano all'assenza di potere promulgando astio ed odio verso chiunque governasse; durante questi mesi egli mantenne viva la corrispondenza con i principi cui sentiva di aver usato un gesto non meritato abbandonandoli senza dare loro di ciò alcuna giustificazione.
E fu probabilmente fatale per Luccheni l'aver valicato le Alpi per tramite del S.Bernardo ed essersi trasferito nel suolo d'oltralpe, dove venne a contatto con personaggi di dubbia reputazione e che lo iniziarono alla lettura della propaganda anarchica; spinto probabilmente anche da quella che era divenuta la sua condizione sociale, dall'esser sottopagato, dal dover soggiornare in stanze di sott'ordine prive di ogni forma di igiene in quartieri malfamati, crebbe in lui lo sdegno ed il rifiuto per ogni forma di autorità, l'avversione verso chi detiene il potere, chi governa, chi comanda, insomma, divenne un riottoso ed un anarchico a tutti gli effetti."Volevo colpire il Principe d'Orleans"disse egli non appena venne catturato pochi minuti dopo l'accaduto su indicazione di alcuni passanti che avevano assistito alla scena, ma anche lui sapeva che il principe aveva albergato presso l'Hotel de la Paix una sola notte, quella del 18 agosto, per lasciare l'indomani mattina la città alla volta di Parigi per cui il 10 di settembre aveva ormai del tutto abbandonato il suolo svizzero.Egli aveva invece la ben ferma intenzione di colpire a morte l'imperatrice, lo dimostrò il fatto che già la sera prima, in compagnia di un altro personaggio di cui mai si riuscì a conoscere il nome, ne aveva seguito i movimenti
e che lo stesso giorno aveva inviato una cartolina alla Principessa d'Aragona a Palermo dicendole che non avrebbe potuto recarsi a Parigi, come sostenuto nella lettera precedente, il giorno 10, ma che avrebbe dovuto rimanere a Ginevra. La cosa che più colpisce è che la cartolina recava l'immagine di quello che sarebbe divenuto il luogo dell'assassinio il giorno seguente !
Egli non conosceva i nomi delle persone che aveva vicino in Svizzera, ma loro conoscevano bene lui, lo avevano adocchiato già da subito come un soggetto ingenuo, facile da persuadere - lo soprannominavano 'lo stupido' - e veloce nell'agire e per compiere un tale atto un'estrema velocità era fondamentale.Sorge spontanea una domanda: se l'imperatrice viaggiava in incognito, sotto il nome di Contessa Hohenembs e perciò si muoveva in estrema tranquillità, come faceva Luccheni a sapere che si trovava a Ginevra e che albergava al Grand Hotel Beau Rivage ?
Solo il 10 agosto arrivò al notizia ufficiale di tener pronti gli appartamenti riservati all'Imperatrice, il cui arrivo era previsto per il 30 del mese. Questi dati furono comunicati al proprietario dell'albergo tramite un dispaccio proveniente da Bad Nauheim, scritto dal maresciallo di corte generale von Berzewiczy. 7Che Monsieur Faucherre ( direttore dell'Hotel ) ne abbia dato comunicazione alla stampa a conferma del buon nome del suo esercizio o che in buona fede ne abbia parlato con qualcuno che poi può aver fatto il resto ?O che lo abbia fatto qualcuno facente parte del personale dell'albergo leggendo o 'raccogliendo' qualche parola detta a metà o sussurrata, magari dietro compenso ?Il tempo per farlo c'era e sta di fatto che erano in possesso della notizia dell'arrivo dell'imperatrice proprio coloro i quali non avrebbero dovuto saperlo.
Or ella ha pace, e tu non l’hai: ti sento
gemere, o figlio. E sorge una lunga eco
nel cavo sonno al tacito lamento.
[...]
O nell’immoto sonno ombre che vanno!
Io piango, o figlio, sopra il tuo destino;
piango per ciò, che non t’uccideranno,
ti lasceranno vivere Caino!
vv.61-70, Nel carcere di Ginevra, Giovanni Pascoli
Luigi Luccheni fu processato a Ginevra, per direttissima, il 16 ottobre 1898 e condannato all’ergastolo; morrà suicida in carcere il 16 dicembre 1900. Il suo cadavere non fu mai reclamato.
Un reliquiario fatto a ciondolo realizzato in ricordo dell'assassinio dell'imperatrice Elisabetta d'Austria che contiene da un lato un pezzo di stoffa dell'abito che Ella indossava quando fu uccisa, dall'altro reca incisa la data della sua morte, la Corona Imperiale con una croce a lutto sotto di essa. Proviene dai discendenti della sorella di Elisabetta Sofia Carlotta, duchessa di Alençon, per i quali fu probabilmente confezionato a suo tempo il medaglione.
E lasciate che infine concluda questo lungo, mesto excursus con le parole della costernata Sztáray, rimasta incredula 'orfana' di un'anima che era luce e che amava come una sorella; appena ricomposte le spoglie, dopo l'avvenuta autopsia nella stanza del Beau Rivage, ella si soffermò ad osservare colei alla quale aveva legato la sua vita, come in un voto ...
Nel riguardarla, ebbi l'impressione di vedere davanti a me la nobile dea dell'afflizione. La sua magnifica figura sottile sembrava ancora più alta, la sua fronte d'alabastro era ornata con le pesanti trecce che parevano una corona scura e luccicante, tra le mani giunte stavano un piccolo crocefisso in madreperla e un rosario e, sul suo petto, un bouquet di orchidee bianche copriva il cuore trafitto della dama bianca come la neve. E così i fiori bianchi erano arrivati a lei! Compresi ora quello che le avevano detto le orchidee! 8
( Il giorno precedente si erano recate a Pregny in visita presso la villa della Baronessa Rothschild i cui giardini incantarono l'imperatrice, la quale, soprattutto, più e più volte tornò nelle serre ad osservare un gruppo di orchidee bianche dalle quali si sentiva particolarmente attirata, come se queste volessero svelarle un messaggio che ella non riusciva ad interpretare .... )
Un grazie, dal cuore, a tutti voi,
a presto ♥
Bibliografia:Hellmut Andics, Die Frauen der Habsburger, WILHELM HEYNE VERLAG, München,
1995;
Marguerite Cornell Owen, THE MARTYRDOM OF AN EMPRESS WITH PORTRAITS FROM PHOTOGRAPHS [ 1898], HARPERS & BROTHERS PUBLISHERS, NEW YORK AND LONDON, collected by Benno Loewy, bequeathed to Cornell University - The Cornell University Library Digital Collection;
Marie Louise, Countess Larisch von Wallersee-Wittelsbach with Paul Maerker Branden and Elsa Brander, HER MAJESTY Elisabeth of Austria-Hungary, The Beautiful, Tragic Empress of Europe's Most Brilliant Court, DOUBLEDAY, DORAN & COMPANY Inc. GARDEN CITY, NEW YORK, 1934;
Elisabetta d'Austria, Diario poetico, MGS PRESS SAS, 1998;
ELISABETTA D'AUSTRIA NEI FOGLI DI DIARIO DI COSTANTIN CHRISTOMANOS, Adelphi edizioni S.p.A., Milano, 1989;
Maria Valeria d'Asburgo, La prediletta - Il diario della figlia di Sissi, a cura di Martha e Horst Schad, traduzione di Flavia Floradini, MGS PRESS, 2001;Conte Egon Cesar Corti, L'imperatrice Elisabetta, Mondadori, Milano, 1937;
Gabriele D'Annunzio, LA VIRTU' DEL FERRO, in «Il Mattino», 29-30 settembre 1898, riportato in Gabriele D’Annunzio, Scritti giornalistici, Meridiani, Mondadori, vol.II, ora anche sul web nella sezione ANTOLOGIA del sito UNA RAPIDA EBBREZZA, curato da Massimo Sannelli e Vincenzo Laura( http://unarapidaebbrezza.blogspot.it/2011/12/dannunzio.html );
Brigitte Hamann, Elisabeth. Kaiserin wieder Willen, Amalthea Verlag, Wien, München, 1982;
Brigitte Hamann, (a cura di), ELISABETH Bilder einer Kaiserin, Amalthea Verlag, 1998;
Maria Matray - Answald Kruger, L'attentato, MGS PRESS, Trieste, 1998;
Xavier Paoli, THEIR MAJESTIES AS I KNEW THEM - Personal Reminescences of the Kings and Queens of Europe, EDITORA GRIFFO (edizione originale Parigi, 1934);
Giovanni Pascoli, Nel Carcere di Ginevra, Odi e inni, 1906Gabriele Praschl - Bichler, L'Imperatrice Elisabetta, Longanesi & C., Milano, 1997;
Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore,MGS PRESS, Trieste, 2010.
Citazioni:
1 - Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore, MGS PRESS, Trieste, 2010, pag. 170;
2 - Xavier Paoli, THEIR MAJESTIES AS I KNEW THEM - Personal Reminescences of the Kings and Queens of Europe, EDITORA GRIFFO (edizione originale Parigi, 1934), pag. 24;
3 - Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore, op. cit., pag. 157;
4 - Ibidem., pag. 161;
5 - Ibidem., pag. 162;
6 - Ibidem., pag. 162;
7 - Maria Matray - Answald Kruger, L'attentato, MGS PRESS, Trieste, 1998, pag. 187;
8 - Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore, op. cit., pag. 171.
"I would like to leave this world as the bird taking his flight and disappearing into the sky, or as the smoke that rises in blue spirals in front of our eyes and the next moment there is no more": one day she said these words to me, words which now came back to my mind as a sigh of a poetic soul beseeching a poetic end, a departure from the scene on tiptoe. She had expressed the same concept talking to Baroness Rothschild on the day before her assassination as a prophecy:
"I would like that my soul could fly into the sky through a hole in my heart."
The sky had fulfilled this desire.1
- picture 1On September 10th, 1898, at 13.40, tragically Elizabeth Empress of Austria and Queen of Hungary left this life of ours, consequently an attack occurred in Geneva, where she was spending incognito one of her coveted holidays far away from the narrowness of the Court and the political crisis which was deeply riven by deep ideological divisions between the nations and the major colonial conflicts of the end of the century, on the banks of Lake Geneva, near the pier, in the process of embarking on the boat "Géneve"; Luigi Lucheni - we'll call him Luccheni as they wanted the chronicles of the time -, of Italian origin, but born in Paris, was the proud author of it.So, with you, here, today, I like to celebrate and remember Her through the memories of those who was beside her in those last moments of her short, languid, sad existence, which probably ended in the way that she has always wanted: without suffering, for the others and for herself, without diseases and agonies that would have saddened her family, without pain, without suffering ... for anyone ...
[...] Countess Szaray told me that, on the morning of that day ( Septemper 10th, 1898, N.of the A. ), she went into the Empress's room, as usual, to ask how she had slept, and found her imperial mistress looking pale and sad.
" I have had a strange experience," said Eisabeth. " I was awakened in the middle of the night by the bright moonbeams which filled my room, for the servants had forgotten to draw the blinds. I could see the moon from my bed;- picture 2and it seemed to have the face of a woman weeping. I don't know if it is a presentiment, but I have an idea that I shall meet with misfortune."2
WHEN THE FATE OPENS ITS DARKS WINGS ...
- picture 3After going out for having some shopping around mid morning, Her Majesty and Irma Sztáray, who, as Her loyal Lady of honor, was at her side even that tragic and fateful day, returned to the Hotel Beau Rivage, where they were staying in Geneva, in the very first afternoon to go back in their rooms, drinking a bit of fresh milk and get ready to take the boat to Caux, but it was getting late, the Hungarian noblewoman was apprehensive for the fear that the ferry would have left without them, while the Empress seemed to temporize ...I quote from the memoirs of Irma Sztáray:I remember two figures bowed deeply in front of the hotel. They had to be the hotel keeper and the porte. It was exactly 13:35 when we crossed the threshold.God Almighty! If those five minutes later could have been eliminated by the flowing of your time!We skirted the lake. The ground was burning under my shoes. We walked in front of the monument of Braunschweiger when the Empress, as happy as a carefree child unable to keep for herself what's on her mind, said, pointing at two trees:"Look, Irma, the chestnut trees are in bloom! At Schönbrunn there are some blooming twice a year and the Emperor wrote me that they are in full bloom now.""Majesty the signal of the ship"! I cried and I counted by instinct one ... two ... the succession of the gloomy shots ringing.In that moment I noticed, at some distance, a man who, as chased by someone, appeared from behind a tree on the roadside and ran to another nearby, from thence with a jump he reached the iron railing on the lake, then back a tree and so approached us in this zig zag walking on the sidewalk. "Here's another that makes us being in delay!", I thought instinctively looking at him again as he reached the railing and jumped from there while he began to run obliquely towards us.Instinctively I stepped forward to protect Her Majesty from the man, but now he seems to stumble, go forward and at the same time he slam his hand against the Empress.
- picture 4As struck by a lightning, the Empress fell quietly back and I, beside myself, I leaned over her with a single cry of despair.God of Heaven! The day when I will present myself before You to realize my actions, you'll remember this horrible moment ...I went through all the anguish of death and instead of my lips paralyzed, it was my prostrate soul who asked mercy Our Savior. And then, it was as if the sky did close in front of me.The Empress opened her eyes and looked around. His eyes revealed that she was fully conscious. Then with my help she rose slowly from the ground.A coachman helped me, Heaven bless him!It seemed a miracle that she now was squarely in front of me. Her eyes sparkled, her face was flushed, her magnificent braids, loosened in the fall, were descending like a crown that was going to slipping from her head. She was indescribably beautiful and regal. The joy prevailed on the terror. I asked in a choked voice:"How do you feel Majesty? Has nothing happened?"."No - she replied with a smile - nothing has happened."That in that cursed hand there was a dagger, at that time neither her nor me could imagine it.In the meanwhile people who had come from all parts, outraged by the brutal assault, asked the Empress if she had not been damaged.And she, with great cordiality, thanked everyone for the kindness in his own language - German, French, English - confirmed that she had not stolen anything and allowed the driver to clean up her dusty dress.In the meantime, he had arrived on the scene also the porter of the Beau Rivage, which had witnessed that terrible scene and insisted we went back into the hotel."Why? - Asked the Empress, as she tried to fix back her hair, - nothing has happened. Let's hurry, rather, to reach the steamer."Since she couldn't get back in order her hair, she put on her hat, she grabbed her fan and her parasol, took her leave with kindness of the people who came and we left again. During the walk, she asked:"Tell me, what did that man want from me.""What man, Majesty, the doorman?"."No, the other, that scary man.""I ignore it, Majesty, but, there's no doubt, he was an infamous villain!"."Maybe he wanted to steal my watch," she added after a while '.Her Majesty was advancing by my side with energetic and elastic step, her demeanor looked proud and she refused to lean on my arm.After a while he turned to me:"I'm pale, isn't it?"."A little - I answered, - maybe because of fear."In the meanwhile the porter reached us to bring the news that the thief had been caught."What did he say?" Asked the Empress.When I repeated her the news and I looked at her, I saw that her features were altered by grief.Frightened, I begged her to tell me the truth, what she felt, and ifs he had pain, and while she went on the road with no apparent difficulty, I was glued to every step of hers, terribly worried."It seems to me that my chest makes me a little pain" she said.We arrived at the port. She crossed the runway ahead of me still walking quite quickly, but as soon as she found herself on the boat, she was seized by dizziness. 3
The countess, aided by some people of the crew, tried to revive the Empress who showed signs of recovery, but those were the last drops of life that her wounded heart could grant;
A soul that would find herself on that border where the realm of bliss is adjacent to that of damnation, and be waiting to see which door would open before her, must have felt the same feelings that seized me in those moments. It came over me a ray of light which gave me strength, but my soul felt the icy breath of black wings and the proximity of the eternal night. 4
- picture 5
The Empress's eyes were open, but her confused glance and already veiled, looked inquisitive at whoever was around her ...
Her eyes searched the sky, then stared at the Dents-du-Midi and from there slid slowly on me to imprint themselves forever in my soul.
"What happened to me then?".These were her last words, then she fell back unconscious. 5
- picture 6The Empress wore a small black silk corset I wanted to open to give her relief. When I loosened the laces I noted on the cambric shirt she wore under a dark spot near her heart, the size of a silver florin. What was it? But now the dreadful truth clearly appeared to me. Opening the shirt I saw in the area around her heart a small triangular wound from which descended a drop of coagulated blood.Luccheni had stabbed the Empress. 6- picture 7 - Corsage worn by the Empress on the day of her murder where it's clear the albeit small hole that left the file at triangular section with which Luccheni pierced her chest reaching her heart causing a slow internal bleeding which made her expire only when the space between the myocardium and the pericardium was saturated with blood, in a slow but gradual loss of consciousness.
Unconscious the Empress leaves with the Countess Sztáray the boat to return to her bedroom at the Hotel ...- picture 8- picture 9... Where a few minutes after the doctor will declare her death.It was 13:40.Just in a few minutes, and the sky lost one of its brightest stars!- picture 10The press around the whole old continent quickly spread the tragic news and immediately a deep grief arose everywhere ...- picture 11- picture 12- picture 13- picture 14- picture 15 From Vienna it came promptly the authorization to perform the autopsy, but without executing the embalming of the august body, ritual by all the Habsburgs, but which only the Court physicians had to do.So, her reassembled body, was introduced in the coffin and exhibited in the Hall of the Hotel, which became a makeshift mortuary.- picture 16- picture 17 - The remains of the Empress leave the Hotel on September 11th to reach in a carriage the station and get to Vienna
- picture 18 - The station of Geneva where they are to be transported on a train to Vienna the mortal remains of the Empress
The news of the Empress's assassination shook the whole Europe: the voices of dismay, grief and sincere emotion of sovereigns and heads of state also joined those of artists and writers, and we who are, or rather, were, a people of poets, welcomed the echo of a vast common sorrow in a feeling genuinely moved that became lyric:the day after the funeral, which took place on September 17th (the Sovereign is buried in the Kaisergruft inside the P.P. Kapuzinern)- picture 19 - The remains of Empress permanently leave permanently the Hofburg for the ceremony of State
In Italy Carducci wrote, almost spontaneously, between September 22nd and 25th, Alle Valchirie (published first on the «Rivista d’Italia», Rome, I, October 15th, 1898, and then collected in Rime e ritmi, 1899 )- Per i funerali di Elisabetta Imperatrice Regina, in which the poet invokes the female protagonists of the Nordic mythology flanking the God Odin, already celebrated by Wagner (Der Ring des Nibelungen, cited in the first day Die Walküre, 1854-1856), whose purpose was to choose the most heroic among the deads and bring them to the Valhalla:- picture 20 - Peter Nicolai Arbo,
Valkyrien, 1896
Blondes Valkyries, you enjoy to lash your horses
Fluttering above the clouds, the steep straight to heaven.
Away from the uniform mourning, from the slow weeping of the clerks
abduct, now, flying, of the Wittelsbach the woman.
vv.1-4 Alle Valchirie - Per i funerali di Elisabetta Imperatrice Regina, Giosuè Carducci
Gabriele d'Annunzio, not less shaken by the news of the Empress, published on «Il Mattino» of Naples of September 29th - 30th, 1898 an article he entitled La virtù del ferro, in which he celebratedthe heroine of the dream, this creature without slumber,
transfigured, in the name of the aestheticism of his pen, which triumphs of the light that dazzles the time of the passing away, whose beauty and whose fortitude seem unfolding now as never before, thanks to a crude dagger so deadly and fatal, but by the incomparable virtue of having once and for all imprinted in history the absolute myth this soul,magnificent example of loneliness, power and freedom, [...] who didn't know for her own strength nothing but one empire and one kingdom: her inner life,
and have pushed Her in a sphere governed by a higher existence, article which will be translated into German by Hofmannsthal and published in «Die Zukunft» on October 15th of that same year. "An harmonious death in the appropriate hour ...". Weren't her pain and her dream as mature as the fruits of September she ate sitting on the rocks looking the beautiful water of the lake becoming pale? The destiny, who had lit with lightning so great lightnings the top of that lonely soul, treated her with an equally ardent and strong hand in the hour when it saw the need to remove her in full light and fix her in the memory of men by the crash of the unforeseen event. It seemed it might be fulfilled a mystical vow.from
La virtù del ferro, Gabriele D'Annunzio
- picture 21And finally we should mention the commemoration made by Giovanni Pascoli, who recalls the figure of Elizabeth in the ode Nel Carcere di Ginevra, published for the first time on the «Minerva» of December 25th, 1898, with caustic and merciless tones for who haswanted to be tyrant and evil!
because you took it away from some royal ax
the iron for your plebeian dagger.
vv.48-50, Nel carcere di Ginevra, Giovanni Pascoli
LUIGI LUCCHENI: PORTRAIT OF A POOR MARGINALISED.
- picture 22
Your hearth was the sorrow of the world,
oh homeless! You went forward, your dagger
tried, tried, with vagabond hate.
vv.51-53, Nel carcere di Ginevra, Giovanni Pascoli
Anyone who wonders himself about the nature of a man able to commit an act so heinous and on a person completely helpless and unable to harm, in any way, even politically, can only reach the conclusion that nothing can it be but deeply and radically evil and ria.Yet, with extreme disbelief, I found myself reading, how, instead, it was worthy of every kind of admiration the person of Luigi Luccheni - murderer, in fact, of the Empress Elisabeth of Austria - up to two months - one month and a half before committing the crime that made him known in the world and pass, therefore, to history.
Born in Paris, of a mother who misunderstood him the first moment she saw him, and so whom he never knew, he never knew also who his father was; he grew up in an orphanage until was adopted by a very respectable family in Parma which gave him an education and an instruction even above the average (we shouldn't forget that illiteracy then was still reaching astonishing figures) and then, reached the age of the military service, he was drafted and adorned, for participating successfully in the African campaign, with a medal of valor.Ended with honour the military he was employed as a waiter by Prince Ramero de Vera of Aragon in Palermo, his former cavalry commander who wanted him to remain by his side because he had appreciated his uncommon human qualities.After a few months, probably driven by the need of creating a life of his own, Luccheni abandoned what had become his family and tried to look for a self-employment, having so often to settle for meager wages and almost always not enough to guarantee him a decent life which he was accustomed to, indeed, he had to get used to living often in poverty: he specialized as a laborer in the construction of driveways, bridges and railways, work that took him to Liguria, first, and then to Switzerland, where there was the higher demand for such type of manpower, but where, also, was delivered, without any difficulty, political asylum ... to anyone, even to the anarchists, revolutionary new disseminators of flyers and newspapers praising the absence of power promulgating grudge and hate towards anyone governing; during these months he kept alive the correspondence with the principles to which he felt he had used a gesture they didn't deserve abandoning them without giving them any justification.
It was probably fatal to Luccheni having crossed the Alps by the St. Bernard and moving through the soil beyond the Alps, where he began to be in contact with people of dubious reputation and with the reading of anarchist propaganda; probably prompted by what had become his social status, from being underpaid, from having to stay in dirty rooms without any form of sanitation in slums, it grew in him the anger and rejection to all forms of authority, the aversion towards those who hold power, those who govern, those who are in command, in short, he became a quarrelsome and an anarchist to all the effects."I wanted to hit the Prince of Orleans,"he said as soon as he was captured a few minutes after the accident on the advice of some passers-by who had witnessed the scene, but he also knew that the prince had entertained at the Hotel de la Paix only one night, exactly on August 18th, to leave the city the next morning for Paris and that on September 10th he had completely abandoned the Swiss soil.He had instead the firm intention of hitting the Empress to death, it's proved by the fact that the evening before, together with another man whose name nobody will ever know, had followed her movements
- picture 23 - The sadly famous last photo of Empress Elisabeth taken the day before her assassination.
and that the same day he sent to the Princess of Aragon in Palermo a postcard, telling her that he couldn't travel to Paris on the 10th, as he decided in the previous letter, because he would have to stay in Geneva. The most striking thing is that the postcard portrays the image of what would have become the place of the murder the very next day !- picture 24
He did not know the names of people who lived close to him in Switzerland, but they were familiar with him, they had already spotted him as soon as saw him the first time as someone naive, easy to persuade - nicknamed the 'stupid' - and quick to act and for making a such an act extreme speed was essential.The question arises: if the Empress was traveling incognito, under the name of Countess Hohenembs and therefore moved safe and peacefully, how could Luccheni know that she was in Geneva and that housed at the Grand Hotel Beau Rivage?Only on August 10th came the official notice of taking ready the apartments reserved to the Empress, whose arrival was scheduled for the 30th of the month. These data were communicated to the owner of the hotel via a dispatch from Bad Nauheim, written by marshal General von Berzewiczy. 7
Is it possible that Monsieur Faucherre ( Hotel Manager ) has comunicated this news to the press confirming the good name of his Hotel or that, in good faith, he has talked to someone who may have done the rest ?Or it did someone making part of the staff reading or 'picking' a word 'said in half' or whispered, maybe for getting a reward ?There was all the time for doing it and the fact is that they were in possession of the news of the arrival of the Empress those very people who wouldn't have known it.
Now she has peace, and you have not it: I hear you
moaning, oh son. And it arises a long echo
in the profound sleep to the tacit lament.
[...]
Oh in the motionless sleep shadows going!
I weep, my son, over your destiny;
I cry for it, because they won't kill you,
they'll let you live Cain!
vv.61-70, Nel carcere di Ginevra, Giovanni Pascoli
Luigi Luccheni was prosecuted in Geneva, for summary, October 16th, 1898 and sentenced to life imprisonment; he will die as suicide in jail on December 16th, 1900.His body was never claimed.- picture 25 - A reliquary made as a pendant made in memory of Empress Elisabeth of Austria's assassination, which contains by one side a piece of the cloth she was wearing when she was killed, on the other is engraved the date of hers death, the Imperial Crown with a mourning cross under it. It comes from the descendants of the sister of Elisabeth Sophie Charlotte, Duchess of Alençon, for whom the medallion was, at the time, made for.
And let me finally conclude this long, sad digression with the words of the dismayed Sztáray, remained incredulous 'orphan' for a soul that was light and she loved like a sister; just reassembled the imperial remains, after the autopsy which took place in the Empress's bedroom at the Beau Rivage, she paused to look at Her to whom she had linked her life, as in a vow ...Looking again at her, I had the impression of seeing in front of me the noble goddess of affliction. her magnificent thin figure seemed even taller, her alabaster forehead was adorned with the heavy braids that seemed a dark and shiny crown, amongst her clasped hands there were a small mother-pearl crucifix and a rosary and, on her chest, a bouquet of white orchids covered the pierced heart of the lady as white as the snow. And so the white flowers had arrived at her!I understood then what the orchids had told her! 8( The previous day they went to Pregny to visit the villa of Baroness Rothschild whose gardens enchanted the Empress, which, above all, returned in the greenhouses more than a time to observe a group of white orchids from which she felt particularly drawn as if they wanted to reveal her a message that she couldn't interpret ....)A big thank to you, from my heart, to all of you,
see you soon ♥
Bibliography:Hellmut Andics, Die Frauen der Habsburger, WILHELM HEYNE VERLAG, München,
1995;
Marguerite Cornell Owen, THE MARTYRDOM OF AN EMPRESS WITH PORTRAITS FROM PHOTOGRAPHS [ 1898], HARPERS & BROTHERS PUBLISHERS, NEW YORK AND LONDON, collected by Benno Loewy, bequeathed to Cornell University - The Cornell University Library Digital Collection;
Marie Louise, Countess Larisch von Wallersee-Wittelsbach with Paul Maerker Branden and Elsa Brander, HER MAJESTY Elisabeth of Austria-Hungary, The Beautiful, Tragic Empress of Europe's Most Brilliant Court, DOUBLEDAY, DORAN & COMPANY Inc. GARDEN CITY, NEW YORK, 1934;
Elisabetta d'Austria, Diario poetico, MGS PRESS SAS, 1998;
ELISABETTA D'AUSTRIA NEI FOGLI DI DIARIO DI COSTANTIN CHRISTOMANOS, Adelphi edizioni S.p.A., Milano, 1989;
Maria Valeria d'Asburgo, La prediletta - Il diario della figlia di Sissi, a cura di Martha e Horst Schad, traduzione di Flavia Floradini, MGS PRESS, 2001;Conte Egon Cesar Corti, L'imperatrice Elisabetta, Mondadori, Milano, 1937;
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Maria Matray - Answald Kruger, L'attentato, MGS PRESS, Trieste, 1998;
Xavier Paoli, THEIR MAJESTIES AS I KNEW THEM - Personal Reminescences of the Kings and Queens of Europe, EDITORA GRIFFO (edizione originale Parigi, 1934);
Giovanni Pascoli, Nel Carcere di Ginevra, Odi e inni, 1906Gabriele Praschl - Bichler, L'Imperatrice Elisabetta, Longanesi & C., Milano, 1997;
Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore, MGS PRESS, Trieste, 2010.
Quotations:
1 - Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore, MGS PRESS, Trieste, 2010, page 170;
2 - Xavier Paoli, THEIR MAJESTIES AS I KNEW THEM - Personal Reminescences of the Kings and Queens of Europe, EDITORA GRIFFO (edizione originale Parigi, 1934), page 24;
3 - Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore, op. cit., page 157;
4 - Ibidem., page 161;
5 - Ibidem., page 162;
6 - Ibidem., pag. 162;
7 - Maria Matray - Answald Kruger, L'attentato, MGS PRESS, Trieste, 1998, page 187;
8 - Irma Sztáray, Elisabeth gli ultimi anni, L'imperatrice raccontata dalla sua Dama d'onore, op. cit., page 171.