Rara personificazione della Grazia, solenne e statuaria nell'aspetto ed al contempo gentile e rispettosa nel sentire, resa inconfondibile dall'aura che l'avvolge a farne una creatura eterea, l'Imperatrice Elisabetta d'Austria scruta dal balcone del piano rialzato del castello di Trauttmansdorff la vallata sud-tirolese che accoglie il centro di Merano;
non è questo il gabbiano che batte le sue ali tra le pagine del diario poetico e che è protagonista della corrispondenza poetico-epistolare con Ludwig, il tormentato re di Baviera, mediata dalla Roseninsel sullo Starnberger See, il gabbiano che cerca nuovi mari da esplorare, nuove acque da scrutare e da penetrare con lo sguardo anelando all'infinito che nella profondità cristallina dell'azzurro si fa cupo, ma è l'aquila, fiera, che custodisce dall'alto il suo nido.
E' l'anno 1870 ed Ella è finalmente appagata dall'avere trovato tra le gole del Tirolo, solcate da salubri effluvi balsamici, recati dagli zefiri che lambiscono le secolari pinete che ne rivestono i fianchi, un luogo riparato dal vento gelido delle Alpi in cui trascorrere il tempo necessario per riportare la piccola, amata, Marie Valerie, di salute piuttosto cagionevole, alla guarigione ( gracile già dalla nascita la piccola palesa inoltre un ritardo nello sviluppo psicomotorio ).
Merano allora non offriva gli alberghi di cui è dotata oggi poiché non era ancora molto nota quale località termale ( sarà proprio l'Imperatrice che con la sua presenza ne favorirà la promozione in tal senso ), ma poteva mettere a disposizione dei turisti antiche residenze private patrizie o nobiliari; era un piccolo centro, tranquillo anche perché non ancora raggiunta dalla strada ferrata che a quel tempo non si spingeva oltre Bolzano, ed aveva il vantaggio, pur essendo ancora all'interno dei confini dell'Impero, di essere accarezzata dai raggi del sole italiano, tanto apprezzato e ricercato dai nobili d'oltralpe.
Da tre anni l'ultimo dei Trauttmansdorff riposa nella cripta situata sotto la cappella del castello e l'attuale proprietario Moritz von Leon, erede del conte Trauttmansdorff, concede volentieri la propria dimora all'imperatrice e al suo seguito, ovvero, parte del suo seguito, diremo i più vicini ad Elisabetta, poiché solo che da Vienna la seguirono ben 102 tra servitori, camerieri, dame di compagnia, lettori, cuochi, pasticceri, etc.;
tra di essi vi erano anche alcuni funzionari dell'ufficio telegrafico di Vienna che dovevano provvedere affinché il castello fosse in contatto diretto con la Corte e potesse comunicare con gli altri edifici presso cui era stato sistemato il resto del seguito imperiale: il Castello Ramez, acquistato solo pochi anni prima da Ludwig Viktor, fratello dell'Imperatore, e dove prenderà alloggio il Principe Rudolph durante i suoi soggiorni, in occasione del Natale e poi nella successiva primavera, il Castello Rubein, Villa Staedler, dove albergherà Gisela ed il maso di Pietzenau - entrambi questi facenti parte del territorio di Trauttmansdorff - quest'ultimo, grazie all'ampio fienile, accoglieva le numerose carrozze ed i cavalli che provenivano da Vienna; anche le strade che conducevano ai vari castelli erano state doverosamente illuminate ed alcuni gendarmi erano stati assunti affinché vegliassero la notte.
Cartolina risalente all'epoca del primo soggiorno a Merano dell'imperatrice che reca disegnati i quattro alloggi del seguito imperiale.
Perciò anche un altro centinaio di persone non di servizio imperiale, ma in parte anche del luogo, furono impegnati per tutti gli otto mesi di permanenza dell'imperatrice.
Il 16 di ottobre tutto era pronto per accogliere Elisabetta che nonostante viaggiasse nel più stretto riserbo ed incognito ( e con lo pseudonimo spesso adottato di CONTESSA HOHENEMBS ) riscuoteva manifestazioni di entusiasmo presso ogni più piccolo paese che la sua carrozza attraversava durante il tragitto dalla stazione di Bolzano.
Ad attenderla nel cortile esterno del castello trovò migliaia di persone giunte da ogni dove per accoglierla, dopo che Merano aveva vissuto questa attesa con trepidazione preparandosi già con l'inizio del mese:
Quando nel tardo pomeriggio del 16 ottobre l'imperatrice giunse davanti il castello, tutto era pronto per una degna accoglienza:intorno al castello si accalcavano seimila curiosi per godersi lo spettacolo dell'arrivo.. « I monti sono indorati dal sole, è stato eretto un arco di onore, rimbombano scoppi di mortai, risuona l'inno nazionale, la popolazione si assiepa tutt'intorno, sono pronti un battaglione di Schützen, cortei in costume, gruppi folcloristici e di scolari. Un gruppo elegante e di contadini si accalca intorno. Davanti al portone d'ingresso attendono il presidente del Kurhaus e le autorità comunali. Nel cortile sono in attesa dell'arrivo gli arciduchi Ranieri e Carlo Ferdinando [ ...] con le loro signore e il seguito, uomini della corte, autorità di Merano e di Maia Alta. Presso lo scalone il proprietario von Leon e la sua sposa [...]
L'imperatrice rispose graziosamente “Sono lieta di essere nel vostro paese. Vi resterò a lungo”
[...] ». 1
Pascendosi della quiete del luogo Elisabetta cavalca, compie lunghe escursioni
trova gioia persino nella modesta sistemazione che il secondo piano del castello medioevale, fatto da poco ristrutturare, offre loro,
Alcuni degli effetti personali dell'imperatrice custoditi all'interno del castello
- l'imperatrice occupa solamente quattro stanze ed una la lascia a disposizione dell'imperatore - ma sappiamo che Sisi non ha mai avuto grandi pretese ed, anzi, ama da sempre la semplicità borghese, e forse fu proprio questo uno dei primi motivi di attrito con la suocera, l'Arciduchessa Sofia, che voleva facesse propri privilegi imperiali irrinunciabili per una persona del suo rango.
La piccola Marie Valerie, dal volto così dolce ed angelico, e quasi soffocata dall'amore materno dell'imperatrice che cercava con ogni probabilità in questo legame una sorta di riscatto per l'aver perso la primogenita Sophie anni prima
( il 29 maggio del 1857) sta dilettandosi giocando con la sorella Gisela di già quattordici anni,
all'interno delle fresche pareti del castello, edificato nella sua parte più originaria nel 1300 ( Dove oggi sorge Castel Trauttmansdorff, vi era nel XIV°secolo un piccolo castello chiamato Neuberg. Nei primi anni del XVI°secolo, i membri della nobile famiglia Trauttmansdorff, ampiamente ramificata, attratti dalla Stiria al Tirolo del sud, dopo aver vinto una grande fortuna nella guerra contro i veneziani ed i francesi, acquistarono due castelli a Trento ed, esattamente nel 1543, anche Neuberg vicino a Merano, che da allora divenne Castel Trauttmansdorff ) con una struttura muraria del tutto simile a quella propria di una fortezza.
E' autunno ed i frutti del pomario e dei vigneti di cui il castello si circonda stanno raggiungendo il pieno della loro maturazione profumando di note fruttate l'aria rugiadosa della sera e rendendo ancor più tangibile la serenità che connota le frequenti passeggiate dell'Imperatrice all'interno dell'ampio feudo di Trauttsmandorff; la natura incontaminata del luogo accresce l'anelito della sua anima verso l'Infinito e dona serenità a questo cuore tormentato,
tanto da spronarlo ad assaporarne tutti gli elementi benefici e forse fu proprio questo il motivo che nel maggio del 1871 la induce a tracciare alcuni sentieri che fa ricoprire di ghiaia, al fine di rendere più agevoli le passeggiate intorno al castello e li fa ornare ai bordi di iris, yucche e palme: il castello è già immerso in boschi di castagno, noci ed oliveti e circondato da giardini che il conte von Leon curava personalmente:
Un succinto reportage stilato all'epoca del soggiorno dell'imperatrice Elisabetta ricorda cipressi, mirti, viti, allori, olivi e melograni, nonché noci e castagni.
Il catalogo d'asta del 1887 della biblioteca Trauttmansdorff contiene numerosi titoli dai quali possiamo farci un'idea del grande interesse che il conte nutriva per la coltivazione del giardino e per la cura delle piante - 2
Ella prolungherà la propria permanenza fino al mese di giugno: il 5 giugno 1871 vede il rientro dell'Imperatrice in patria, tra le anguste pareti della Corte Imperiale; Marie Valerie si è ristabilita e Merano conquista così un posto speciale nell'intimo di Elisabetta che ritornerà già nell'autunno successivo, il 15 di ottobre la ritroviamo qui, ma questa volta non alloggerà a Trauttmansdorff bensì a Castel Rothenstein, e durante questo soggiorno, che si protrarrà fino alla metà del maggio successivo, torna nel parco di Trauttmansdorff, sempre di proprietà del conte Moritz von Leon, per ripercorrere i sentieri immersi nella pace che tanto aveva amato e di cui aveva serbato sì caro ricordo.
A Castel Trauttmansdorff soggiornerà nuovamente nel 1889, otto mesi dopo l'incidente che procurò la scomparsa del principe ereditario Rudolph, e forse proprio dalla scelta di questo luogo possiamo desumere la valenza che esso avesse assunto quale meta per placare i moti del suo animo, ma purtroppo le minacce del maltempo la indurranno a rientrare prima del previsto.
Nel 1897 ritroviamo per una quarta ed ultima volta Sisi a Merano che alloggia questa volta all'Hotel Kaiserhof - da poco edificato proprio in onore dell'imperatrice ed inaugurato quello stesso anno - dal 14 al 27 settembre, situato vicino la stazione ferroviaria che nel frattempo aveva raggiunto anche questi luoghi di villeggiatura ormai rinomati per le cure termali,
e a proposito di questo suo ultimo soggiorno, in conclusione di questo mio scritto, cito un estratto dalle memorie di Irma Sztáray, la contessa ungherese che in qualità di Hofdame - dama di compagnia affiancherà l'imperatrice durante gli ultimi anni della sua vita, che ci mette di fronte ad una Elisabetta che non solo non amava i privilegi del suo rango, ma che spesso si lasciava andare a momenti di spontaneità quasi fanciullesca:
All'inizio del mese di settembre ci stabilimmo a Merano [...] il nostro soggiorno fu gaio, dolce e salutare per Sua Maestà. [...] L'imperatrice era quasi sempre serena e quindi come potevo non esserlo anch'io ? [...] m'incaricò di mettere nero su bianco per l'arciduchessa Valeria le belle giornate che avevamo trascorso sul lago di Carezza. A Merano ricevetti spesso incarichi abbastanza simili e li svolgevo con grande gioia. Dovevo fare una relazione su ogni escursione notevole. Alla nostra gita odierna dopo tante nuvole fu concesso un cielo limpido. Le montagne sbucavano dalle nubi e Merano si mostrava in tutta la sua bellezza. Per strada visitammo, ma solo dall'esterno, Castel Tirolo, poi ci imbattemmo nei vigneti. Fu molto divertente: raccoglievamo la buona e dolce uva tirolese direttamente dalle viti e come la gustavamo ! E ci sarebbe piaciuto ancora di più se le viti non fossero state così cariche d'uva, così che da principio avremmo dovuto cercare a lungo; e poi, senza permesso, decimare ogni vigneto ! [...] Durante una delle nostre camminate nei vigneti ci imbattemmo in uno spaventapasseri vivo. Se gli uccelli si levavano in volo al vedere questa figura comica, tuttavia, questa non aveva nulla di spaventoso. Avvolto in stracci multicolori, questo tipo simpatico sfoggiava sul petto due poderose zanne di cinghiale, il suo tricorno era irto di piume di gallo e di pavone e due code di volpe ispide gli pendevano dalla schiena, Difficilmente si sarebbe mai potuta vedere una figura più pittoresca fra le vigne cariche d'uva. L'imperatrice si rivolse a questo spaventapasseri tirolese dall'abbigliamento stravagante in modo sofisticato. Così venimmo a sapere che era il guardiano dei vigneti e dal suo modo di parlare disinvolto ma umile, concludemmo che sapesse chi gli stava davanti. ( a sinistra potete vedere la Hofdame contessa Irma Sztáray in abiti tradizionali ungheresi fotografata nel 1896 ) 3
Beh, intanto chissà quanta uva avevano nel frattempo mangiata e magari da quanto tempo questo buffissimo signore le stava osservando senza dir nulla !!!
Mia Amata Imperatrice ... quanto avrei voluto conoscerTi ... o forse Ti ho incontrata e conosciuta di già ... forse i nostri sguardi si sono già incrociati oltre la tela di un ritratto, o attraverso la superficie diafana di un vecchio, nobile vetro ... Tu, avvolta da una nube profumata di mughetto, hai già camminato al mio fianco invitandomi a seguirTi, incoraggiandomi a vincere ogni mia titubanza, per rendermi partecipe del Tuo mondo ..., ma lo sai, partecipe lo sono già e lo sarò sempre di più ... con la mente e con il cuore ...
"Das Geheimnis war, zu wissen, dass seine wahre Natur lebte, so perfekt wie ein ungeschriebenes Nummer, überall, gleichzeitig, in Raum und Zeit."
Richard Bach - Die Möwe Jonathan Livingston
( "Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva, perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto, nello spazio e nel tempo."
Richard Bach - Il Gabbiano Jonathan Livingston )
Ringraziando sentitamente tutti coloro che hanno reso possibile e così emozionante questa mia visita a Castel Trauttmansdorff lo scorso 25 luglio, dall'Associazione Culturale Elisabetta D'Austria ed il suo direttivo, alla direzione del castello, del suo museo e dei suoi incantevoli giardini, saluto calorosamente come sempre gli amici ed i lettori che mi seguono con devozione e simpatia.
A presto ♥
Bibliografia:
Hellmut Andics, Die Frauen der Habsburger, WILHELM HEYNE VERLAG, München, 1995
Elisabetta d'Austria, Diario poetico, MGS PRESS SAS, 1998
ELISABETTA D'AUSTRIA NEI FOGLI DI DIARIO DI COSTANTIN CHRISTOMANOS, Adelphi edizioni S.p.A., Milano, 1989
Maria Valeria d'Asburgo, La prediletta - Il diario della figlia di Sissi, a cura di Martha e Horst Schad, traduzione di Flavia Floradini, MGS PRESS, 2001Conte Egon Cesar Corti, L'imperatrice Elisabetta, Mondadori, Milano, 1937
Brigitte Hamann, Elisabeth. Kaiserin wieder Willen, Amalthea Verlag, Wien, München, 1982Brigitte Hamann, (a cura di), ELISABETH Bilder einer Kaiserin, Amalthea Verlag, 1998
Sven Mieth, Josef Rohrer, Tiziano Rosani, TRAUTTMANSDORFF, Storia & storie di un castello, Museo Provinciale storico-culturale di Castel Tirolo, Settore Museo del Turismo Castel Trauttmansdorff, 2001
Gabriele Praschl - Bichler, L'Imperatrice Elisabetta, Longanesi & C., Milano, 1997
Irma Sztáray, Elisabeth, gli ultimi anni. L'imperatrice raccontata dalla sua dama di corte, MGS PRESS, Trieste, 2010 ( Titolo originale : AUS DEN LETZEN JAHREN DER KAISERIN ELISABETH, Vienna, Adolf Holzhausen, 1909
Citazioni :
1 - Sven Mieth, Josef Rohrer, Tiziano Rosani, TRAUTTMANSDORFF, Storia & storie di un castello, op. cit., pag. 60
2 - Ibidem, pag. 49
3 - Irma Sztáray, Elisabeth, gli ultimi anni. L'imperatrice raccontata dalla sua dama di corte, op. cit., pag. 112 - 114
Rare personification of the Grace, solemn and statuesque in appearance and at the same time kind and respectful in her feelings, made unique by the aura surrounding her to make of her an ethereal creature, the Empress Elizabeth of Austria peers from the balcony of the first floor of Castle Trauttmansdorff the south Tyrolean valley that houses the center of Merano;
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THIS not the seagull beating its wings amongst the pages of the poetic diary and of the poetic epistolary correspondence with Ludwig, the troubled king of Bavaria, mediated by the Roseninsel on the Starnberger See, the seagull looking for new seas to explore, new waters to peer and to peer into longing to the infinite that in the crystalline depths of the blue gets dark, but is the eagle, who, fair, guards from above her nest.
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It's the year 1870, She is finally satisfied by having found between the gorges of the Tyrol, furrowed with healthy balsamic scents, crossed by zephyrs lapping the centuries-old pine forests that cover its hips, a place sheltered from the cold wind coming from the Alps where to spend the time needed to bring the little, beloved, Marie Valerie, rather of frail health, to healing (frail from her birth she's revealing a little delay in her psychomotor development).
Merano doesn't offer the hotels that we can find there today because it's not yet well known as a spa town (it will be just the empress, which, with her presence, will boost its promotion to that effect ), but could be available to tourists private ancient residences, patrician or aristocratic; it's a small town, quiet because not yet reached by the railway which still arrives no further Bolzano, and had the advantage, though still within the borders of the Empire, to be caressed by the Italian sun, so much appreciated and sought after by the noblesse living on the other side of the Alps.
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For three years the last of Trauttmansdorff rests in the crypt located under the castle chapel and the current owner, Moritz von Leon, heir of the Count Trauttmansdorff, willingly grants his residence to the empress and her entourage, indeed, part of her entourage, we will say the closest to Elizabeth, because only from Vienna followed her well 102 people amongst servants, waiters, ladies in waiting, readers, chefs, pastry chefs, etc.;
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among them there were also some officials from the telegraph office in Vienna that had to ensure that the castle was in direct contact with the Court and could communicate with the other buildings where had been placed the rest of the imperial servants: Ramez Castle, purchased only a few years earlier by Ludwig Viktor, brother of the Emperor, and where will find his accommodation Prince Rudolph during his stay on the occasion of Christmas festivities and then in the following spring, Rubein Castle, Villa Staedler, where will house Gisela, and the farm of Pietzenau - both of them are part of the territory of Trauttmansdorff - the latter, thanks to its large barn, welcomed the many carriages and horses that came from Vienna; even the roads leading to the various castles were dutifully lit and some gendarmes had been hired to watch over the night.
- picture 8 -Postcard dating back to the first stay in Merano of the empress bearing designed the four buildings hosting the imperial entourage.
Therefore also a hundred of other people, coming not from Vienna, but from the districts, were committed for all the eights-month stay of the empress.
On October 16th everything was ready to welcome Elizabeth and although she traveled in the strictest incognito (as often She adopted the pseudonym of COUNTESS HOHENEMBS) she was receiving expressions of enthusiasm at every small country that her carriage passed through on the way from the station of Bolzano to Trauttmansdorff.
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Thousands of people coming from all over were waiting for Her in the courtyard outside the castle to welcome Her, after that Meran had lived this waiting preparing itself with deep enthusiasm already for the beginning of the month:
When in the late afternoon of October 16th, the empress arrived in front of the castle, everything was ready for a worthy reception: around the castle crowded six thousand onlookers to enjoy the show arrival ... «The mountains are gilded by the sun, it was erected an arch of honor blasts of mortars were echoing, the national anthem was playing, people makes throng around, a battalion of Schützen is ready, costume parades, folk groups and school children. An group of elegant people and of farmers makes crowd around. In front of the main entrance are facing the President of the Kurhaus and the municipal authorities. In the courtyard are awaiting her arrival the Archdukes Ranieri and Carlo Ferdinando [...] with their ladies and their following, men of the court, authority from Merano and from Maia Alta. At the staircase the owner von Leon and his wife were waiting for her [...] The empress replied graciously, "I am glad to be in your country. I'll stay long." [...]». 1
Enjoing the peace and the quiet of these places Elizabeth rides, does long outings
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finds joy even in modest accommodation that the second floor of the medieval castle, recently renovated, offers them,
- picture 11, - picture 12, - picture 13:Some of the personal effects of the empress kept inside the castle
- the empress occupies only four rooms leaving one at the disposal of the Emperor - but we know that Sisi has never had great pretensions and, indeed, has always loved the bourgeois simplicity, and perhaps it was this one of the first reasons of friction with her mother-in-law, the Archduchess Sophia, who wanted her to appropriate of all the imperial privileges essential for a person of her rank.
The little Marie Valerie, whose face is so sweet and angelic, almost suffocated by the maternal love of the empress who was trying, probably, in this connection, a kind of redemption for having lost her eldest daughter Sophie years before
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(May 29th, 1857), is delighting herself playing with her sister Gisela already aged fourteen,
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inside the cool walls of the castle, built in its most original part in 1300 (Where now stands Trauttmansdorff Castle, in the XIVth century there was a small castle called Neuberg. In the early XVIth century the members of the noble family Trauttmansdorff , widely branched, attracted by the Styria to south Tyrol, after winning a huge fortune in the war against the Venetians and the French, bought two castles in Trento and, exactly in 1543, also Neuberg near Merano, which, since then, became named Trauttmansdorff ) with a wall structure quite similar to that of a fortress.
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It's Autumn and the fruits of the orchard and the vineyards surrounding the castle are reaching the peak of their ripeness and are scenting with fruity notes the dewy air of the evening and makes it even more tangible the serenity characterizing the frequent walks of our empress inside the large Trauttsmandorff's estate; the spring nature of this place grows the desire of her soul to the Infinite and gives serenity to this troubled heart,
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so as to encourage Her to savor all the beneficial elements and perhaps it was precisely the reason why in May 1871 has prompted Her to draw some paths that makes cover with gravel, in order to make easier her walks around the castle and makes decorate their edges with iris, yucca and palm trees: the castle is already immersed in woods of chestnut, walnut and olive groves and surrounded by gardens that the Count von Leon personally cares:
A succinct report drawn up at the time of Empress Elizabeth's stay reminds cypress, myrtle, vines, laurels, olive trees and pomegranates, and walnuts and chestnuts.
The auction catalog of 1887 of Trauttmansdorff's library contains numerous titles from which we can get an idea of the great interest that the Count had for the cultivation of the garden and care of its plants.2
She will prolong her stay until June: on June 5th, 1871 we see the return of the empress at home, between the narrow walls of the Imperial Court; Marie Valerie has recovered and Merano conquers a special place deep down in the heart of Elizabeth who will return here the next autumn, on October 15th we find her here again, but this time she won't dwell in Trauttmansdorff Castle but in Rothenstein Castle, and during this stay, which will run until the middle of the following May, She'll go back to the park of Trauttmansdorff, also owned by Count Moritz von Leon, to retrace the paths surrounded by the peace that She loved so and which She had kept so fond memory of.
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At Trauttmansdorff She will stay again in 1889, eight months after the incident that procured the death of Crown Prince Rudolph, and perhaps from the choice of this place we may infer the value that it had taken as the goal to appease the motions of her spirit, but unfortunately, the threats of bad weather will cause her return earlier than expected.
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In September 1897, from the day 14th to day 27th, we find for a fourth and last time Sisi in Merano that houses this time at the Hotel Kaiserhof - just built in her honor and inaugurated that year - located near the railway station which in the meantime had also reached these wonderful places now renowned for spa treatments,
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and about this last stay of hers, in conclusion of my writing, I like to quote an excerpt from the memoirs of Irma Sztáray, the Hungarian countess who, as Hofdame - lady in waiting, will stay side by side with the empress during the last four years of her life, who in her pages often put us in front of an Elizabeth who not only hated the privileges of her rank, but often indulged in moments of almost childlike spontaneity:
- picture 26 on the left -At the beginning of September we settled in Merano [...] our stay was cheerful, sweet and healthy for Her Majesty. [...] The empress was almost always serene and so how couldn't I be? [...] She asked me to put pen to paper for the Archduchess Valeria the nice days we spent on the Lake Carezza. In Merano I received assignments often quite similar and I was doing them with great joy. I had to do a report on each remarkable excursion. On our tour today after many clouds was granted a clear sky. The mountains came out of the clouds and Merano shew itself in all its beauty. On our way we visited, but only from the outside, Tyrol Castle, then we ran in the vineyards. It was very funny: we collected the good and sweet Tyrolean grapes directly by the screws and how we enjoyed it ! And we'd have liked it even more if the screws weren't so full of grapes, so that from the beginning we would have to look long; and then, without permission, to decimate every vineyard! [...] During one of our walks in the vineyards we ran into a live scarecrow. If the birds were scared to see this comic figure, however, this had nothing scary.Wrapped in multicolored rags, this nice guy wore on his chest two powerful boar tusks, on his head he wore a tricorn fraught with chicken and peacock feathers and two bristly fox tails hung from his back, you could hardly ever see a most picturesque figure among the vines laden with grapes . The empress turned to this whimsical Tyrolean scarecrow in a sophisticated way . So we learned that he was the guardian of the vineyards and the way he talked, casual but humble, showed us that probably he knew who stood in fron of him. (On the left you can see the Hofdame Countess Irma Sztáray in traditional Hungarian clothes photographed in 1896) 3
Well, I wonder how many grapes they had eaten in the meantime and maybe how long this very funny scarecrow was watching these ladies without saying anything !!!
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My Beloved Empress ... how I'd love to know You ... or maybe I've met and already knoew you ... maybe our eyes have crossed over the canvas of a portrait, or through the translucent surface of an old, noble glass ... You, wrapped in a cloud of fragrant lily of the valley, You have already walked beside me, inviting me to follow You, encouraging me to overcome all my hesitations, to make me partaker of Your world ... but you know, I'm already and I will be more and more partaker ... with my mind and with my heart ...
"Das Geheimnis war, zu wissen, dass seine wahre Natur lebte, so perfekt wie ein ungeschriebenes Nummer, überall, gleichzeitig in Raum und Zeit."
Richard Bach - Die Möwe Jonathan Livingston
("The secret was to know that his true nature lived, as perfect as an unwritten number, everywhere at once, in space and time."
Richard Bach - Jonathan Livingston Seagull)
Sincerely thanking all those who has made possible and so exciting this visist of mine to Trauttmansdorff Castle on July 25th, such as the Cultural Association Elizabeth of Austria and its Steering Committee and the management of the castel, of its museum and of its wonderful gardens, as usual I fondly greet the friends and the readers who follow me with devotion and affection.
See you soon ♥
Bibliography:
Hellmut Andics, Die Frauen der Habsburger, WILHELM HEYNE VERLAG, München, 1995
Elisabetta d'Austria, Diario poetico, MGS PRESS SAS, 1998
ELISABETTA D'AUSTRIA NEI FOGLI DI DIARIO DI COSTANTIN CHRISTOMANOS, Adelphi edizioni S.p.A., Milano, 1989
Maria Valeria d'Asburgo, La prediletta - Il diario della figlia di Sissi, a cura di Martha e Horst Schad, traduzione di Flavia Floradini, MGS PRESS, 2001Conte Egon Cesar Corti, L'imperatrice Elisabetta, Mondadori, Milano, 1937
Brigitte Hamann, Elisabeth. Kaiserin wieder Willen, Amalthea Verlag, Wien, München, 1982Brigitte Hamann, (a cura di), ELISABETH Bilder einer Kaiserin, Amalthea Verlag, 1998
Sven Mieth, Josef Rohrer, Tiziano Rosani, TRAUTTMANSDORFF, Storia & storie di un castello, Museo Provinciale storico-culturale di Castel Tirolo, Settore Museo del Turismo Castel Trauttmansdorff, 2001
Gabriele Praschl - Bichler, L'Imperatrice Elisabetta, Longanesi & C., Milano, 1997
Irma Sztáray, Elisabeth, gli ultimi anni. L'imperatrice raccontata dalla sua dama di corte, MGS PRESS, Trieste, 2010 ( Titolo originale : AUS DEN LETZEN JAHREN DER KAISERIN ELISABETH, Vienna, Adolf Holzhausen, 1909
Quotations:1 - Sven Mieth, Josef Rohrer, Tiziano Rosani, TRAUTTMANSDORFF, Storia & storie di un castello, op. cit., page 60
2 - Ibidem, page 49
3 - Irma Sztáray, Elisabeth, gli ultimi anni. L'imperatrice raccontata dalla sua dama di corte, op. cit., pages 112 - 114
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