Se doveste andare nei boschi e sentire il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, ed il mormorio del ruscello sulle pietre, riuscireste tornando a casa a descrivere queste cose suonandole sul pianoforte? Senza dire nulla, potreste raccontare a vostra madre che cosa avete sentito? Riuscireste far parlare il pianoforte in vece vostra? Riuscireste a farlo borbottare come faceva il ruscello o a fargli cantare quello che cantavano gli uccelli?
Visse un tempo in Germania un fanciullo capace di fare tutto questo. Il suo nome era Felix Mendelssohn. Egli amava andare nei boschi e quando era di ritorno andava dritto a sedersi al pianoforte. In quei momenti la sorella Fanny gioiva del sentirlo suonare e quando avrebbe finito gli avrebbe chiesto, "Oh, Felix, oggi hai davvero udito un uccello cantare così?"
Robert Pötzelberger ( 1865 - 1930 ), SONGS WITHOUT WORDS
Questi fratelli vivevano in una bella casa, il loro padre era un ricco banchiere e gli piaceva comprare cose che pensava avrebbero fatto piacere ai suoi figli; la loro madre era una donna gentile che amava la musica, che sapeva suonare abilmente il pianoforte e che conosceva molte lingue.
Felix aveva inoltre un caro vecchio nonno. Il bambino era solito salire sulle sue ginocchia per invocare il racconto di una storia e quella che più gli piaceva era quella su come nacque il cognome Mendelssohn. "Molto, molto tempo fa," il nonno raccontava, "Vivevo in una piccola città in Germania. Mio padre era un maestro di scuola, ed il suo cognome era Mendel. Chiunque nel villaggio conosceva Mendel, il maestro di scuola, ed io ero solito andare con mio padre: quando la gente ci vedeva arrivare diceva, 'Ecco Mendel e Mendel's Sohn.' Così quando crebbi, il mio nome non fu Moses Mendel, bensì Moses Mendelssohn ".
Il piccolo Felix capì allora che il suo cognome significava "figlio di Mendel." mentre il significato del suo nome era "felice", e tale nome ben gli si addiceva, poichè mai visse un ragazzino dall'indole più gioiosa. 1
Aveva vent'anni Felix Mendelssohn quando decise di dedicare la propria vita alla musica, che la madre cominciò con l'insegnargli da che aveva solamente tre anni - pensate che all'età di 11 anni aveva già composto 60 brani musicali - e si trovò perciò molto presto a visitare le più importanti capitali europee per far conoscere la propria arte: visitò Londra, la Scozia, l'Italia, la Svizzera e la Francia, ma più e più volte egli tornò in Inghilterra, dove aveva nella Regina Victoria e nel Principe Consorte Albert due grandi ammiratori.
Sia Victoria che il suo amato consorte erano capaci pianisti ed ottimi cantanti.
Da buon teutonico il Principe Albert era anche un compositore appassionato fin dalla tenera età, anzi, egli scrisse molte canzoni e pezzi corali; va altresì detto che fu proprio il loro comune amore per la musica che fu complice nel far sorgere tra di loro un'attrazione reciproca: Victoria notò l'abilità di Albert al pianoforte quando si incontrarono la prima volta nel 1836 ed il giorno seguente a quello in cui la futura regina gli propose di sposarla, ella scrisse nel suo diario"... egli ha cantato per me alcune delle sue composizioni, che sono bellissime, ed ha una voce davvero molto bella. Anche io ho cantato per lui."
Spesso coinvolti in duetti al pianoforte - l'uno cantava mentre l'altra suonava o viceversa, mentre talora suonavano insieme a quattro mani - Victoria & Albert portavano i propri spartiti sempre con loro quando viaggiavano.
Il Principe Albert era un entusiasta ammiratore della musica di Mendelssohn e fu lui che fece conoscere alla regina di opere di Felix per pianoforte e voce.
La mattina del 14 giugno 1842, egli incontrò per la prima volta il compositore che si presentò a lui con una lettera del di lui cugino, il re di Prussia (Federico Guglielmo IV) e dopo averlo conosciuto di persona, preso dall'entusiasmo, lo invitò a Buckingham Palace per la sera successiva: voleva fargli suonare il suo organo e non poteva non presentarlo alla sua amata consorte.Secondo un appunto di Herbert Kupferberg, biografo in epoca relativamente recente del compositore, i reali erano piuttosto tesi all'idea di incontrare il loro eroe musicale, ma Mendelssohn non era di certo da meno !
Victoria scrisse questo affascinante resoconto del suo primo incontro con Mendelssohn nel suo diario il giorno successivo (16 giugno 1842, Buckingham Palace): "Dopo cena è venuto Mendelssohn, la cui conoscenza ero così tanto ansiosa di fare. Albert lo aveva già visto l'altra mattina. Egli è brevilineo, scuro, e dall'aspetto tipicamente ebraico, delicato, con un bella fronte da intellettuale. Devo dire che deve essere di circa 35 o 36 ( piedi ). E 'molto piacevole e modesto ... Ha suonato prima di tutto alcuni dei suoi "Lieder ohne Worte ( ROMANZE SENZA PAROLE N.d.A. )", dopo di che ... ci ha chiesto di dargli un tema su cui poteva improvvisare. Gliene abbiamo dato due, 'Rule Britannia', e l'Inno nazionale austriaco. Ha iniziato subito e in realtà non ho mai sentito nulla di così bello, il modo in cui egli li mescolava insieme e cambiava passando da uno all'altro, era davvero meraviglioso, così come la squisita armonia ed il sentimento che mette nelle variazioni, e i potenti, ricchi accordi, e le modulazioni, che mi hanno ricordato tutte le sue belle composizioni. Ad un certo punto ha suonato l'inno nazionale austriaco con la mano destra, ed il 'Rule Britannia', sulle note basse, con la sinistra! Ha fatto alcune ulteriori improvvisazioni su arie e canzoni famose. Eravamo tutti pieni di grande ammirazione. Povero Mendelssohn era abbastanza esausto, dopo aver finito di suonare. "
Felix scrisse a sua madre una lettera che riportò quell'evento.
'Proprio quando eravamo nel bel mezzo di una conversazione, entrò la regina, completamente sola e abbigliata con un abito da casa. Disse che avrebbe dovuto andare da Clermont entro un'ora. 'Mio Dio, che confusione vi è qui!' esclamò, notando che il vento aveva sparso i singoli fogli di un grande fascicolo non legato che giaceva sull'organo ... e li aveva sospinti in tutti gli angoli della stanza. Così dicendo, si inginocchiò e cominciò a raccogliere i fogli. Il principe Albert l'aiutò ed io mi degnai di fare altrettanto. Il principe mi spiegò quindi i vari registri e mi disse: lasci stare, rassetterà la stanza da sola. Poi chiesi al principe di suonare qualcosa per me in modo che potessi potessi farmene vanto in Germania. Egli suonò un Corale a memoria pedalando bene, in modo pulito e senza errori, così bene che molti organisti professionisti avrebbero potuto prenderne esempio. La regina, che aveva finito il suo lavoro, si sedette ed ascoltò con piacere.
Era quindi giunto il mio turno e cominciai suonando il mio Corale Wie lieblich sind die Boten da St Paul. Ancor prima che finissi il primo verso entrambi cominciarono a cantare insieme. Mentre suonavo, il principe Albert manipolava i registri sapientemente; prima il flauto, poi il passaggio al C-Major ( DO MAGGIORE N.d.A. ), quindi un'eccellente diminuendo, e così via fino alla fine del pezzo, e tutto a memoria. Ero incantato e felice.'
La regina chiese se Mendelssohn avesse composto eventuali nuove canzoni, poichè lei amava cantare quelle appena pubblicate. Fu quindi persuasa da Albert a cantare la Spring Song, accompagnata da Felix, e poi un'altra canzone di sua sorella Fanny. Quando Victoria cantò un'altra canzone di Mendelssohn, confessò il suo nervosismo nel cantare in presenza del compositore. Felix raccontò a sua madre un episodio divertente: 'Proprio quando la regina si stava accingendo a cantare, disse, "Ma il pappagallo deve essere spostato prima, o lui urlerà più forte di quanto farò io cantando"; che indusse il principe Albert a suonare il campanello ed Principe di Gotha disse, "lo faccio io", a cui replicai, "Mi permetta di farlo io" e innalzata la grande gabbia la portai fuori ai servi attoniti.
Infine egli chiese alla regina il permesso di dedicarle la sua 'Scottish' Simphony, e lei prontamente accettò. Il 9 luglio, egli suonò ancora una volta per la coppia reale e ancora una volta accompagnò la regina. 'Lo abbiamo ringraziato molto,' Victoria scrisse nel suo diario, 'e gli ho dato un bell'anello per ricordo.' 2
Stava così nascendo una relazione amichevole fondata sul reciproco rispetto e sulla mutua ammirazione e Felix Mendelssohn, inconsapevolmente e con estremo diletto, stava diventando il maestro di canto di Victoria & Albert che sulle sue note affinavano le proprie abilità canore ...
Il 30 maggio del 1844 il compositore tedesco fece ritorno a Buckingham Palace, poiché ogni qualvolta si recava a Londra per un concerto veniva puntualmente invitato dai reali che seguivano l'evolversi della sua carriera con passione e sincera devozione, ed egli accettava, sempre compiaciuto ed onorato, sapendo che lo avrebbe atteso una serata indimenticabile.
La sera dopo ( IL CONCERTO N.d.A. ) venne invitato a Buckingham Palace, dove suonò alcuni movimenti tratti da A Midsummer Night's Dream e due Lieder ohne Worte, accompagnò la regina in una canzone di Fanny e improvvisò temi tratti dall'Iphigénie en Aulide di Gluck. Ancora una volta Victoria rimase estasiata: 'E' un uomo piacevole e così gentile', scrisse nel suo diario. 'E il suo volto irradia intelligenza e genialità.' (Dieci giorni dopo Mendelssohn inviò alla regina e al principe consorte alcuni arrangiamenti per pianoforte a quattro mani del Lieder ohne Worte pensati proprio per loro.) 3 - per l'esattezza ne compose sette.
E' datata 1 maggio 1847 l'ultima visita del compositore al palazzo reale londinese, poiché davvero molto breve fu la vita di questo genio della musica romantica ( colpito da un collasso nell'apprendere della scomparsa dell'amata sorella occorsa sedici giorni dopo, egli non si riprese più da allora e dopo una serie di infarti morì all'età di soli 38 anni il 4 di novembre di quello stesso anno ):
"Abbiamo avuto il grande piacere di sentire Mendelssohn suonare, ed ha trascorso un'ora con noi, suonando alcune nuove composizioni, con quel suo tocco indescrivibilmente bello. Ho anche cantato 3 delle sue canzoni, che sembravano compiacerlo. Egli è così amabile ed intelligente. Da qualche tempo è stato impegnato nella composizione di un Opera ['Lorelei'] e un Oratorio ['Christus'], ma si è scoraggiato. Il tema della sua opera è una leggenda del Reno, e lo è per l'Oratorio, molto bello, che raffigura la Terra, l'Inferno ed il Paradiso, e ha suonato per noi un caro tratto da questo che era davvero molto bello".
In seguito, la regina disse a Mendelssohn: "Mi avete donato tanto piacere; ora cosa posso fare io per compiacervi? "Lui rispose che gli sarebbe piaciuto vedere i bambini reali giocare nella loro nursery. Come fosse un padre, egli fu molto contento di accompagnare la regina, come in seguito riferirà, "per tutto il tempo confrontando i soggetti familiari che esercitarono una particolare attrazione su entrambi."4
Non è forse vero che la musica dà voce ai silenzi dell'anima, alle parole d'amore non dette, ai sussurri del cuore ... che essa è il soffio vitale che rende comprensibile l'inesprimibile, inteleggibile l'Infinto, che fissa nel presente ciò che è trascorso e lenisce le pene dell'esistenza ... che la musica ha essa stessa una radice divina ed avvicina l'uomo a Dio ?
Scriverà qualche anno più tardi il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844 - 1900):
Victoria scrisse questo affascinante resoconto del suo primo incontro con Mendelssohn nel suo diario il giorno successivo (16 giugno 1842, Buckingham Palace): "Dopo cena è venuto Mendelssohn, la cui conoscenza ero così tanto ansiosa di fare. Albert lo aveva già visto l'altra mattina. Egli è brevilineo, scuro, e dall'aspetto tipicamente ebraico, delicato, con un bella fronte da intellettuale. Devo dire che deve essere di circa 35 o 36 ( piedi ). E 'molto piacevole e modesto ... Ha suonato prima di tutto alcuni dei suoi "Lieder ohne Worte ( ROMANZE SENZA PAROLE N.d.A. )", dopo di che ... ci ha chiesto di dargli un tema su cui poteva improvvisare. Gliene abbiamo dato due, 'Rule Britannia', e l'Inno nazionale austriaco. Ha iniziato subito e in realtà non ho mai sentito nulla di così bello, il modo in cui egli li mescolava insieme e cambiava passando da uno all'altro, era davvero meraviglioso, così come la squisita armonia ed il sentimento che mette nelle variazioni, e i potenti, ricchi accordi, e le modulazioni, che mi hanno ricordato tutte le sue belle composizioni. Ad un certo punto ha suonato l'inno nazionale austriaco con la mano destra, ed il 'Rule Britannia', sulle note basse, con la sinistra! Ha fatto alcune ulteriori improvvisazioni su arie e canzoni famose. Eravamo tutti pieni di grande ammirazione. Povero Mendelssohn era abbastanza esausto, dopo aver finito di suonare. "
Felix scrisse a sua madre una lettera che riportò quell'evento.
'Proprio quando eravamo nel bel mezzo di una conversazione, entrò la regina, completamente sola e abbigliata con un abito da casa. Disse che avrebbe dovuto andare da Clermont entro un'ora. 'Mio Dio, che confusione vi è qui!' esclamò, notando che il vento aveva sparso i singoli fogli di un grande fascicolo non legato che giaceva sull'organo ... e li aveva sospinti in tutti gli angoli della stanza. Così dicendo, si inginocchiò e cominciò a raccogliere i fogli. Il principe Albert l'aiutò ed io mi degnai di fare altrettanto. Il principe mi spiegò quindi i vari registri e mi disse: lasci stare, rassetterà la stanza da sola. Poi chiesi al principe di suonare qualcosa per me in modo che potessi potessi farmene vanto in Germania. Egli suonò un Corale a memoria pedalando bene, in modo pulito e senza errori, così bene che molti organisti professionisti avrebbero potuto prenderne esempio. La regina, che aveva finito il suo lavoro, si sedette ed ascoltò con piacere.
Era quindi giunto il mio turno e cominciai suonando il mio Corale Wie lieblich sind die Boten da St Paul. Ancor prima che finissi il primo verso entrambi cominciarono a cantare insieme. Mentre suonavo, il principe Albert manipolava i registri sapientemente; prima il flauto, poi il passaggio al C-Major ( DO MAGGIORE N.d.A. ), quindi un'eccellente diminuendo, e così via fino alla fine del pezzo, e tutto a memoria. Ero incantato e felice.'
La regina chiese se Mendelssohn avesse composto eventuali nuove canzoni, poichè lei amava cantare quelle appena pubblicate. Fu quindi persuasa da Albert a cantare la Spring Song, accompagnata da Felix, e poi un'altra canzone di sua sorella Fanny. Quando Victoria cantò un'altra canzone di Mendelssohn, confessò il suo nervosismo nel cantare in presenza del compositore. Felix raccontò a sua madre un episodio divertente: 'Proprio quando la regina si stava accingendo a cantare, disse, "Ma il pappagallo deve essere spostato prima, o lui urlerà più forte di quanto farò io cantando"; che indusse il principe Albert a suonare il campanello ed Principe di Gotha disse, "lo faccio io", a cui replicai, "Mi permetta di farlo io" e innalzata la grande gabbia la portai fuori ai servi attoniti.
Infine egli chiese alla regina il permesso di dedicarle la sua 'Scottish' Simphony, e lei prontamente accettò. Il 9 luglio, egli suonò ancora una volta per la coppia reale e ancora una volta accompagnò la regina. 'Lo abbiamo ringraziato molto,' Victoria scrisse nel suo diario, 'e gli ho dato un bell'anello per ricordo.' 2
Stava così nascendo una relazione amichevole fondata sul reciproco rispetto e sulla mutua ammirazione e Felix Mendelssohn, inconsapevolmente e con estremo diletto, stava diventando il maestro di canto di Victoria & Albert che sulle sue note affinavano le proprie abilità canore ...
Il 30 maggio del 1844 il compositore tedesco fece ritorno a Buckingham Palace, poiché ogni qualvolta si recava a Londra per un concerto veniva puntualmente invitato dai reali che seguivano l'evolversi della sua carriera con passione e sincera devozione, ed egli accettava, sempre compiaciuto ed onorato, sapendo che lo avrebbe atteso una serata indimenticabile.
La sera dopo ( IL CONCERTO N.d.A. ) venne invitato a Buckingham Palace, dove suonò alcuni movimenti tratti da A Midsummer Night's Dream e due Lieder ohne Worte, accompagnò la regina in una canzone di Fanny e improvvisò temi tratti dall'Iphigénie en Aulide di Gluck. Ancora una volta Victoria rimase estasiata: 'E' un uomo piacevole e così gentile', scrisse nel suo diario. 'E il suo volto irradia intelligenza e genialità.' (Dieci giorni dopo Mendelssohn inviò alla regina e al principe consorte alcuni arrangiamenti per pianoforte a quattro mani del Lieder ohne Worte pensati proprio per loro.) 3 - per l'esattezza ne compose sette.
E' datata 1 maggio 1847 l'ultima visita del compositore al palazzo reale londinese, poiché davvero molto breve fu la vita di questo genio della musica romantica ( colpito da un collasso nell'apprendere della scomparsa dell'amata sorella occorsa sedici giorni dopo, egli non si riprese più da allora e dopo una serie di infarti morì all'età di soli 38 anni il 4 di novembre di quello stesso anno ):
"Abbiamo avuto il grande piacere di sentire Mendelssohn suonare, ed ha trascorso un'ora con noi, suonando alcune nuove composizioni, con quel suo tocco indescrivibilmente bello. Ho anche cantato 3 delle sue canzoni, che sembravano compiacerlo. Egli è così amabile ed intelligente. Da qualche tempo è stato impegnato nella composizione di un Opera ['Lorelei'] e un Oratorio ['Christus'], ma si è scoraggiato. Il tema della sua opera è una leggenda del Reno, e lo è per l'Oratorio, molto bello, che raffigura la Terra, l'Inferno ed il Paradiso, e ha suonato per noi un caro tratto da questo che era davvero molto bello".
In seguito, la regina disse a Mendelssohn: "Mi avete donato tanto piacere; ora cosa posso fare io per compiacervi? "Lui rispose che gli sarebbe piaciuto vedere i bambini reali giocare nella loro nursery. Come fosse un padre, egli fu molto contento di accompagnare la regina, come in seguito riferirà, "per tutto il tempo confrontando i soggetti familiari che esercitarono una particolare attrazione su entrambi."4
Non è forse vero che la musica dà voce ai silenzi dell'anima, alle parole d'amore non dette, ai sussurri del cuore ... che essa è il soffio vitale che rende comprensibile l'inesprimibile, inteleggibile l'Infinto, che fissa nel presente ciò che è trascorso e lenisce le pene dell'esistenza ... che la musica ha essa stessa una radice divina ed avvicina l'uomo a Dio ?
Scriverà qualche anno più tardi il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844 - 1900):
SENZA MUSICA LA VITA SAREBBE UN ERRORE.
E su questa bellissima frase che esprime molto più di quanto dica prendo congedo da voi, carissimi, amati amici e lettori, nella speranza di avervi entusiasmati con questo mio post dedicato ad una tenera amicizia, poco nota, ma molto profonda e sincera.
Augurandovi tanta gioia e serenità, vi do appuntamento
a presto ❤
FONTI BIBLIOGRAFICHE :
Colin Timothy Eatock, Mendelssohn and Victorian England, ASHGATE PUBLISHING LIMITED, England, 2009;
Peter Gordon, Musical Visitors to Britain, Taylor & Francis, 2005;
Herbert Kupferberg, Mendelssohns: Three Generations of Genius, Schribner, 1972;
Katherine Lois Scobey and Olive Brown Horne, STORIES OF GREAT MUSICIANS, AMERICAN BOOK COMPANY, NEW YORK-CINCINNATI-CHICAGO, 1905;
CITAZIONI:
1 - Katherine Lois Scobey and Olive Brown Horne, STORIES OF GREAT MUSICIANS, AMERICAN BOOK COMPANY, NEW YORK-CINCINNATI-CHICAGO, 1905, pag. 92;
2 - Peter Gordon, Musical Visitors to Britain, Taylor & Francis, 2005, pag. 129-130;
3 - Colin Timothy Eatock, Mendelssohn and Victorian England, ASHGATE PUBLISHING LIMITED, England, 2009, pag. 86;
4 - Music Teachers Blog.
There once lived a child in Germany who could do all this. His name was Felix Mendelssohn. He loved to go into the woods. When he returned, he would go straight to the piano. At such times his sister Fanny loved to hear him play. When he had finished, she would say, "Oh, Felix, did a bird sing like that to-day?"
- picture 1 -
This brother and sister lived in a beautiful home. Their father was a rich banker. He liked to buy things that he thought would please his children. Their mother was a gentle woman, who enjoyed music and could play the piano well. She could speak many languages.
Felix had a dear old grandfather. The child used to climb on his grandfather's knee and beg for a story. The one he liked best told how he got the name Mendelssohn. "Long, long ago," the grandfather would say, "I lived in a small town in Germany. My father was a schoolmaster, whose name was Mendel. Every one in the village knew Mendel, the school-teacher. I used to go about a great deal with my father. When people saw us coming, they would say, 'Here is Mendel and here is Mendel's sohn, too.' So as I grew up, I was not called Moses Mendel, but Moses Mendelssohn."
The child Felix understood then that his last name meant, "the son of Mendel." His first name means "happy," and he was well named. There never lived a brighter, sunnier-tempered little lad. 1
Felix Mendelssohn was just twenty years old when he decided to dedicate his life to music which his mother began by teaching him when he was only three years old - think that at the age of 11 he had already composed 60 musical pieces - and so began very early to visit the most important European capitals to introduce his art: he visited London, Scotland, Italy, Switzerland and France, but again and again he returned to England, where he had in Queen Victoria and in Prince Consort Albert two great admirers.
- picture 2 on the left - Both Victoria and her beloved prince were competent pianists and excellent singers.
As a good Teutonic, Prince Albert was also a passionate composer from an early age, in fact, he wrote many songs and choral pieces; it should also be said that it was their shared love for music that was complicit in giving rise to a mutual attraction between them: Victoria noticed Albert 's skills at the piano when they met the first time in 1836 and the day following the one when the future queen asked him to marry her, she wrote in her diary:
“…he sang to me some of his own compositions, which are beautiful, & he has a very fine voice. I also sang for him.”
Often involved in duets at the the piano - one was singing while the other was playing or vice versa, and sometimes played together at four hands - Victoria & Albert brought their music sheets always with them when they travelled.
Prince Albert was an enthusiastic admirer of Mendelssohn's music and it was he who introduced the queen to the works by Felix for piano and voice.
On the morning of June 14th, 1842, he met for the first time the composer who brought him a letter from his cousin, the King of Prussia (Frederick William IV) and after meeting him in person, taken by the enthusiasm, Prince Albert invited him to Buckingham Palace for the next evening: he wanted him to play his organ and couldn't help but present him to his beloved wife. According to a memo by Herbert Kupferberg, who became relatively recently biographer of the composer, the royals were excited about meeting their musical hero, but Mendelssohn wasn't certainly living the waiting of such an event with a different feeling !
Victoria wrote this fascinating account of her first encounter with Mendelssohn in her journal the following day (16th June 1842, Buckingham Palace): “After dinner came Mendelssohn, whose acquaintance I was so anxious to make. Albert had already seen him the other morning. He is short, dark, & Jewish looking, delicate, with a fine intellectual forehead. I should say he must be about 35 or 6. He is very pleasing & modest… He played first of all some of his ‘Lieder ohne Worte (Songs without Words)’, after which…he asked us to give him a theme upon which he could improvise. We gave him 2, ‘Rule Britannia’, & the Austrian National Anthem. He began immediately & really I have never heard anything so beautiful, the way in which he blended them both together & changed over from one to the other, was quite wonderful as well as the exquisite harmony & feeling he puts into the variations, & the powerful rich chords, & modulations, which reminded me of all his beautiful compositions. At one moment he played the Austrian National Anthem with the right hand, he played ‘Rule Britannia’ as the bass, with his left! He made some further improvisations on well-known tunes & songs. We were all filled with the greatest admiration. Poor Mendelssohn was quite exhausted when he had done playing.”
Felix elaborated on the event a letter to his mother.
'Just as we were in the midst of a conversation, in came the queen, also quite alone and dressed in a house dress. She said that she had to leave for Clremont in an hour. ' My God, what a mess there is here!' she exclaimed, noticing that the wind had scattered single sheets of a large, unbound score which was lying on the organ ... and blow them into all corners of the room. So saying, she knelt down and began to gather up the sheets. Prince Albert helped and I deigned to do likewise. The prince explained the various registers to me and he said: never mind, she would straighten up the room all by herself. Then I asked the prince to play something for me so that I could boast about that in Germany. He played a Chorale by heart pedalling nicely, cleanly and without mistakes, so well that many a professional organist could have taken it an example. The queen, who had finished her work, sat down and listened with pleasure.
- picture 3
Now it was my turn to play and I began my Chorus Wie lieblich sind die Boten from St Paul. Even before I had finished the first verse both of them began to sing along. While I played, Prince Albert manipulated the registers skilfully; first the flute, then at the forte at the C-Major passage everything full, then an excellent diminuendo, and so on until the end of the piece, and everything by heart. I was enchanted and happy.'
The queen asked Mendelssohn if he had composed any new songs, as she loved to sing those already published. She was persuaded by Albert to sing the Spring Song, accompanied by Felix, and later another song by his sister Fanny. When Victoria sang another Mendelssohn song, she confessed that she had been nervous performing in presence of the composer. Felix recounted to his mother one amusing incident: 'Just as the queen was about to sing, she said, "But the parrot must be removed first, or he will scream louder than I sing"; upon which Prince Albert rang the bell and the Prince of Gotha said, "I will carry him out ", upon which I replied, "Allow me to do that" and lifted up the big cage and carried it out to the astonished servants. Finally he asked the queen for permission to dedicate his 'Scottish' Simphony to her, and she readily agreed. On 9 July, he once more played for the royal couple and again accompanied the queen. 'We thanked him very much,' Victoria wrote in her journal,' and I gave him a handsome ring in remembrance.' 2
So it was borning a friendly relationship based on mutual respect and mutual admiration and Felix Mendelssohn, unconsciously and with great delight, was becoming the singing teacher of Victoria & Albert who, on his notes, honed their singing skills ...
On May 30th, 1844 the German composer returned to Buckingham Palace, because every time he went to London for a concert was promptly invited by the royal couple which followed the evolution of his career with passion and sincere devotion, and he accepted, always pleased and honored, knowing that it would have awaited him an unforgettable evening.
- picture 4
The next evening he was invited to Buckingham Palace, where he played movements from A Midsummer Night's Dream and two Lieder ohne Worte, accompanied the queen in a song by Fanny and improvised themes from Gluck's Iphigénie en Aulide. Once again Victoria was impressed: 'He's such an agreeable, clever man', she wrote in her journal. 'and his countenance beams with intelligence and genius.' ( Ten days later Mendelssohn sent some piano four-hands arrangements of Lieder ohne Worte to the queen and prince consort.) 3 - truth is that he composed seven of them.
It is dated May 1st, 1847 the last visit of the composer at the London Royal Palace, for it was really very short the life of this genius of romantic music (hit by a collapse after learning of the disappearance of his beloved sister occurred sixteen days after, he never recovered since then and after a series of heart attacks died at the age of 38 years on November 4th of that same year):
“We had the great treat of hearing Mendelssohn play, & he stayed an hour with us, playing some new compositions, with that indescribably beautiful touch of his. I also sang 3 of his songs, which seemed to please him. He is so amiable & clever. For some time he has been engaged in composing an Opera [‘Lorelei’] & an Oratorio [‘Christus’], but has lost courage about them. The subject for his Opera is a Rhine Legend, & that for the Oratorio, a very beautiful one, depicting Earth, Hell & Heaven, & he played one of the Choruses out of this to us, which was very fine.”
Afterwards, the Queen said to Mendelssohn: “You have given me so much pleasure; now what can I do to give you pleasure?” He replied that he would love to see the royal children playing in their nursery. As a father himself, he was very pleased to accompany the Queen, as she later reported, “all the while comparing notes with him on the homely subjects that had a special attraction for them both.”4
Is not true that music gives voice to the silences of the soul, to the unspoken words of love, to the whispers of the heart ... that it is the breath of life that makes understandable the inexpressible, intelligible the Infinity fixing in the present what is spent and that soothes the pains of existence ... isn't true that music itself has a divine root and brings man closer to God?
The German philosopher Friedrich Nietzsche (1844 - 1900) will write a few years later, :
WITHOUT MUSIC LIFE WOULD BE A MISTAKE.
And on this beautiful phrase expressing much more than what it says, I take my leave of you, dear, beloved friends and readers, hoping to have amused you with this post of mine dedicated to a tender friendship, probably a little known, but very deep and sincere.
Wishing you much joy and serenity,
see you soon ❤
BIBLIOGRAPHIC SOURCES:
Colin Timothy Eatock, Mendelssohn and Victorian England, ASHGATE PUBLISHING LIMITED, England, 2009;
Peter Gordon, Musical Visitors to Britain, Taylor & Francis, 2005;
Herbert Kupferberg, Mendelssohns: Three Generations of Genius, Schribner, 1972;
Katherine Lois Scobey and Olive Brown Horne, STORIES OF GREAT MUSICIANS, AMERICAN BOOK COMPANY, NEW YORK-CINCINNATI-CHICAGO, 1905;
QUOTATIONS:
1 - Katherine Lois Scobey and Olive Brown Horne, STORIES OF GREAT MUSICIANS, AMERICAN BOOK COMPANY, NEW YORK-CINCINNATI-CHICAGO, 1905, pg. 92;
2 - Peter Gordon, Musical Visitors to Britain, Taylor & Francis, 2005, pg. 129-130;
3 - Colin Timothy Eatock, Mendelssohn and Victorian England, ASHGATE PUBLISHING LIMITED, England, 2009, pg. 86;
4 - Music Teachers Blog.