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Victorian Age cosmetics.

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L'umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza.

Johann Winckelmann
( archeologo, storico dell'arte ed erudito del XVIII° secolo, 1717 - 1768 )




 Euphemia White Van Rensselaer by George Peter Alexander Healy (1813 - 1894), detail




E cosa vi era di più bello, nell'epoca Vittoriana, del volto di una fanciulla scevro di trucco alcuno ?

Un viso era bello se era naturale, semplice, senza alcun artefatto che potesse alterarne i lineamenti ... 
Se vi era chi si colorava un po' le guance, chi si arrotolava la punta delle ciglia con piccoli ferri arroventati, cosa che le rendeva anche più scure, il trucco era considerato un segno di volgarità che per nulla si addiceva ad una donna elegante, rispettabile e discreta, ragion per cui ombretti con cui colorare le palpebre, pomate per le labbra ed altri prodotti cosmetici, in un'epoca il cui il puritanesimo regnava sovrano, erano considerati strumenti del diavolo degni solo delle donne di malaffare, di ballerine, attrici e prostitute, anche se va ricordato che è proprio durante questo periodo che nacquero le prime case cosmetiche parigine ed americane che cominciarono a produrre creme per il viso e prodotti di bellezza su larga scala ( dovete sapere che i primi rossetti furono introdotti nel 1828 da Guerlain in Francia, ma l'uso di tali ausili cosmetici in Inghilterra durante l'era Vittoriana divenne sempre più discreto ).

Perciò persino il pallore del viso, soprattutto durante il Romanticismo, era apprezzato, ed addirittura enfatizzato coprendolo con polvere bianca ed accentuandone l'effetto sottolineando le vene di colore blu, così come il languore dello sguardo, favorito, come già detto altrove, dall'utilizzo della belladonna che dilatava le pupille e rendeva gli occhi lucidi, ossia conferiva quell'aspetto languido che aderiva appieno all'ideale di bellezza dettato dall'epoca, anche se con il tempo procurava effetti collaterali devastanti quali cecità e paralisi. ... ebbene sì, allora si anelava alla bellezza naturale e solo pochi artifici era consentiti: si consigliava alle giovani fanciulle di bere aceto per schiarire la pelle del viso o di utilizzare un preparato casalingo a base di oppio che, ahimè, dall'epidermide passava ai capillari venosi e quindi entrava in circolo nel sangue ....


Woman With a Dove, Charles Joshua Chaplin (1825 – 1891)



" Sophia, in your white clothes with your pale skin and diet of mlk and bread, suspended in your hamock, you're like a dove, like the very doves about which you wrote.
How do you calm me so ?"


~ * ~


"Sophia, nei tuoi candidi abiti, con il tuo incarnato pallido e la tua dieta di pane e latte, sostenuta dalla tua amaca, mi sembri una colomba, come quelle di cui scrivesti.
Come puoi riuscire a placarmi così ?"


Erika Robuck, THE HOUSE OF HAWTHORNE, New American library, 2015, pg.100



In Europa ed in America le Ladies vittoriane utilizzavano ancora l'ossido di piombo ed il sotto-nitrato di bismuto come polveri sbiancanti per il viso, ma con l'avvento dell'illuminazione a gas, il primo diventava giallo ed il secondo grigio. Pertanto in America intorno al 1865 entrambi furono sostituiti dall'ossido di zinco che è ancora usato oggi, essendo molto meno tossico di quanto lo fossero i composti a base di piombo o bismuto, anche se tutte queste sostanze chimiche producevano gravi danni alla salute, nel lungo termine. 
Il primo cosmetico venduto su larga scala negli Stati Uniti fu iltalco (silicato di magnesio), convenientemente profumato e venduto in lattina e veniva utilizzato non solo sul viso come cipria, ma anche su tutto il corpo.

Era convinzione diffusa che fosse il sole il maggior responsabile dell'invecchiamento cutaneo, per cui quanto di meglio le Ladies, già da ragazzine, potessero fare per la propria bellezza era schermarsi il volto con parasoli e cappelli a falde( i così detti POKE BONNETSdi cui ebbi occasione di parlarvi nei seguenti posts: Regency Easter Bonnets and the Vanity Fair.e CIVIL WAR FASHION: Spoon Bonnets and Caps. e le mani, soggette in tarda età a coprirsi di macchie, con l'utilizzo di guanti, sempre intonati al capo indossato, ovviamente !


Euphemia White Van Rensselaer by George Peter Alexander Healy (1813 - 1894), detail




Per cercare di nascondere le proprie imperfezioni e mostrare un viso fresco, una pelle di porcellana e le guance rosee, le Ladies vittoriane cominciarono perciò a rivolgersi a rimedi e prodotti ricavati dalla natura; i giardini o gli orti domestici fornivano tutto il necessario: lavanda, rose e gigli per 'eau de parfum', mandorle da cui estrarre l'olio, cera per amalgamare i preparati e ottenere creme nutrienti, con l'aggiunta di succo di limone, bianchi d'uovo o panna e zucchero se si voleva creare delle creme esfolianti oppure purea di cetriolo per le maschere.


Princess Elvina of Bavaria by Karl Wilhelm August Gampenrieder (1860 - 1927 )




Poiché costrette a limitare l'uso dei cosmetici, costoro concentrarono la propria ambizione soprattutto sulla capigliatura che divenne lunga, fluente, raccolta ed acconciata nei modi più fantasiosi possibili ( vedi: Le acconciature vittoriane: l'importanza dei capelli femminili nell'immaginario collettivo.), ma soprattutto profumata per tramite di unguenti, pomate e tinture. Lo studio degli oli essenziali ricevette all'epoca un notevole impulso dalla classificazione botanica delle piante ed il loro uso crebbe grazie anche alla nascita delle fabbriche in grado di distillarli: nuovi distintivi aromi vennero prodotti da profumieri creativi e numerosi saponi medicati vennero inoltre introdotti sul mercato, sia per uso igienico che cosmetico.

Mi preme concludere questo mio scritto rendendovi nota più nel dettaglio l'identità della giovane donna ritratta nel dipinto che ho scelto come emblematico della semplicità vittoriana:  Euphemia White Van Rensselaer.
Euphemia era la terza degli otto figli di Stephen Van Rensselaer III e della sua seconda moglie, Cornelia Paterson Van Rensselaer (figlia di un ex governatore del New Jersey). I Van Rensselaers furono i primi proprietari terrieri dello stato di New York: Kiliaen Van Rensselaer (1586-1643), uno dei 'Patroons' - proprietari terrieri - originariamente olandese, fondò Rensselaerswyck nella zona di Albany. Stephen si suppone sia il decimo americano più ricco americano nella storia, secondo la rivista Fortune, avendo egli ereditato la più estesa tenuta, al momento della morte del padre, presso New York.

Euphemia era inoltre imparentata con i Schuyler, i Westerlo, i Livingston, i Ten Broeck, altre famiglie la cui ricchezza ed il cui prestigio erano rinomati da lunga data.
Perciò questa lady non poteva che essere al top della moda del tempo in ogni suo dettaglio ... Dopotutto è altresì vero che i dipinti sono come dei libri aperti su di un mondo del quale non facevamo parte, ma che ci viene porto in ogni suo delizioso particolare.


Considerandolo una sorta di prosieguo di questo post, vi rimando a quello in cui tratterò nello specifico delle ricette di bellezza attinte dai libri vittoriani utilizzati dalle Ladies del tempo, sempre che si di vostro interesse ...


Vi abbraccio con tutto il mio affetto, 

a presto 













FONTI BIBLIOGRAFICHE:


Arnold James Cooley,  A cyclopaedia of six thousand practical receipts, and collateral information in the arts manufactures, and trades including medicine, pharmacy, and domestic economy. Designed as a compendious book of reference for the manufacturer, tradesman, amateur, and heads of families, Published: (1851) 










Humility and simplicity are the two true sources of beauty.

Johann Winckelmann
 ( archaeologist, art historian and erudite of the XVIIIth century, 1717 - 1768 )






- picture 1 -  Euphemia White Van Rensselaer by George Peter Alexander Healy (1813 - 1894), detail





And what was most beautiful, during the Victorian era, than a girl's face devoid of any kind of embellishment ?

A face was nice if it was natural, simple, without any artifact that could alter its features ...
If there was who colored a little her cheeks with rouge, who rolled the tip of her lashes with small red-hot irons, which made them also even darker, the make-up was considered a sign of vulgarity that was suitable to an elegant, respectable and discreet woman at all, that's why eye shadow with which color the eyelids, lip ointments and other cosmetic products, in an age when puritanism reigned sovereign, were considered devil's tools worthy only of, dancers, actresses and prostitutes, although it should be noted that it is just this period that gave birth to the first Parisian and American cosmetic companies that began to produce face creams and beauty products on a large scale. (You should know that the first lipsticks were introduced in 1828 by Guerlain in France, but the use of such cosmetic aids in England during the Victorian era became increasingly discreet).

So even the facial pallor, especially during the Romanticism, was appreciated, and, furthermore making it more notable by covering the face with white powder and accentuating the effect emphasizing the blue veins, as well as the languor of the gaze, favorite, as already mentioned above, by using the deadly nightshade, which dilated pupils and made shiny eyes, giving  that languid look which fully adhered to the ideal of beauty dictated by the fashion of the age, although, with time it procured devastating effects such as blindness and paralysis. ... Yes, then they yearned to the natural beauty and only a few artifices were allowed: they advised young girls to drink vinegar to lighten their skin or to use a homemade preparation of opium which, alas, by the epidermis passed to the venous capillaries and then entered the bloodstream ....





- picture 2 - Woman With a Dove, Charles Joshua Chaplin (1825 – 1891)




" Sophia, in your white clothes with your pale skin and diet of mlk and bread, suspended in your hamock, you're like a dove, like the very doves about which you wrote.
How do you calm me so ?"


Erika Robuck, THE HOUSE OF HAWTHORNE, New American library, 2015, pg.100



In Europe and America Victorian Ladies still used lead oxide and sub-bismuth nitrate as bleaching powders for the face, but with the advent of gas lighting, the first became yellow and the second gray, therefore in America, around 1865, both were replaced by the oxide of zinc which is still used today, being much less toxic than were the compounds of lead or bismuth, even if all these chemical substances produced serious damages to health, in long term.

The first large-scale cosmetics sold in the United States was thetalc( magnesium silicate ), conveniently perfumed and sold in cans and was used not only on the face as a 'whitening' powder, but also on the whole body.

It was widely believed that the sun was the most responsible for skin aging, so the best that Ladies, already as girls, could do for their beauty was to shield their faces with parasols and pitched hats the so-called POKE BONNETS which I talked you about in the following posts: Regency Easter Bonnets and the Vanity Fair.and CIVIL WAR FASHION: Spoon Bonnets and Caps. ) and their hands, subject in old age to be covered with spots, with the use of gloves, always attuned to the garment worn, of course!




- picture 3 - Euphemia White Van Rensselaer by George Peter Alexander Healy (1813 - 1894), detail




To try to hide their imperfections and show a fresh face, a porcelain skin and rosy cheeks, the Victorian Ladies, therefore, began to seek remedies and products derived from nature; the gardens and the home gardens provided everything they need: lavender, roses and lilies for 'eau de parfum', almonds from which to extract the oil, wax to mix preparations and get nourishing creams with the addition of lemon juice, egg whites or cream and sugar if they wanted to create exfoliating creams or mashed cucumber useful for the masks.




- picture 4 - Princess Elvina of Bavaria by Karl Wilhelm August Gampenrieder (1860 - 1927 )




Since forced to limit the use of cosmetics, they focused  their ambition especially on the hair which became long and  flowing, colleced and coiffed in the most imaginative ways ( as for this topic, you may read: Victorian hairstyles: the importance of female hair in the collective imagination. ), but above all parfumed by using scented ointments, salves and tinctures. The study of essential oils at the time received a major boost from the botanical classification of plants and their use grew also thanks to the birth of factories able to distill them: new distinctive flavors were produced by creative perfumers and many medicated soaps were also introduced to the market, both for hygienic and for cosmetic use.

I wish to conclude this written of mine by letting you know more details about the identity of the young woman portrayed in the painting that I have chosen as emblematic of the Victorian simplicity: Euphemia White Van Rensselaer.
Euphemia was the third of eight children of Stephen Van Rensselaer III and his second wife, Cornelia Van Rensselaer Patersondaughter of a former governor of New Jersey ). The Van Rensselaers were the first landowners of the state of New York: Kiliaen Van Rensselaer (1586-1643), one of the 'Patroons' - landowners - originally Dutch, founded Rensselaerswyck in the Albany area. Stephen is supposedly to be the tenth amongst the most wealthy American in history, according to Fortune magazine, since he had inherited the largest estate in New York, at the time of his father's death.

Euphemia was also related to the Schuylers, the Westerlos, the Livingstons, the Ten Broeck, other families whose wealth and whose prestige was known for a long time.
So this lady could for sure be at the top of the fashion of the time in every detail ... After all, it is also true that paintings are like books open on a world which we were not part of, but which is shown us in every delightful detail of its.

Considering it a kind of continuation of this post, I refer you to a next one in which I will deal with beauty recipes drawn from the Victorian books used by the Ladies of the time, in the hope that you're interested in this topic ...


I embrace you all with all my love

see you soon 











BIBLIOGRAPHIC SOURCE:


Arnold James Cooley, A cyclopaedia of six thousand practical receipts, and collateral information in the arts manufactures, and trades including medicine, pharmacy, and domestic economy. Designed as a compendious book of reference for the manufacturer, tradesman, amateur, and heads of families, Published: (1851) 


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