"A Visit from St.Nicholas", più comunemente noto come "The Night Before Christmas" o "'Twas the Night Before Christmas", dal suo primo verso, è un poema pubblicato anonimo nel 1823, ed in seguito attribuito a Clément Clarke Moore, che ne ha riconosciuto la paternità nel 1837; tali versi, dei quali fu detto che furono "senza dubbio i versi più famosi mai scritti da un americano", si deve il consolidarsi di alcune delle concezioni su Babbo Natale originate dalla metà del XIX° secolo ad oggi, ed hanno avuto un impatto enorme sulla storia dei doni natalizi.
Prima che la poesia fosse pubblicata e conosciuta, le idee americane su St.Nicholas e quelle circa Father Christmas in Gran Bretagna variavano considerevolmente, per divenire, poi, grazie a Clément Clarke Moore, a coincidere.
Prima che la poesia fosse pubblicata e conosciuta, le idee americane su St.Nicholas e quelle circa Father Christmas in Gran Bretagna variavano considerevolmente, per divenire, poi, grazie a Clément Clarke Moore, a coincidere.
Ve la propongo, da gustare in questi ultimi attimi che costituiscono l'attesa della sua discesa dal cielo:
A Visit from St. Nicholas
'Era la notte prima di Natale, quando in tutta la casa
Non una creatura si muoveva, nemmeno un topo;
Le calze erano appese al camino con cura,
Nella speranza che St.Nicholas presto sarebbe giunto lì;
I bambini erano tutti accoccolati, immerso nei loro letti,
Mentre visioni di Sugar-Plum danzavano nei loro sogni,
E la mamma nel suo fazzoletto, ed io nel mio berretto,
Avevamo appena sistemati le nostre menti per un pisolino da lungo inverno -
Quando fuori sul prato si levò un tale rumore,
Che balzai dal letto per vedere cosa stesse succedendo.
Alla finestra volai come un lampo,
Corsi velocemente ad aprire le imposte, e lasciai scorrere la cinghia.
La luna sul petto della nuova neve caduta,
Donava la luce del mezzodì a tutti gli oggetti sotto di lei;
Quando ai miei occhi meravigliati cosa mai doveva apparire,
Se non una slitta in miniatura, e otto piccole renne,
Guidate da un piccolo vecchio, così vivace e veloce,
In un attimo compresi che si trattava di St.Nick.
Più veloci delle aquile giunsero i suoi corsieri,
E fischiò, e gridò, e li chiamò per nome:
«Adesso! Dasher, ora! Dancer, ora! Prancer e Vixen,
"Andiamo Comet, andiamo Cupid, su Donder e Blitzen!!!;
"Andiamo sopra il portico, su per la parete!
"Avanti, andiamo, precipitiamoci, buttiamoci tutti!"
Come foglie secche che prima dell'uragano selvaggio volano,
E quando incontrano con un ostacolo, s'impennano verso il cielo;
Così verso la cima della casa i corsieri volavano,
Con la slitta piena di giocattoli - e con St.Nicholas:
E poi in un batter d'occhio, sentii sul tetto
Il rampare e lo scalpitare di ogni singolo piccolo zoccolo.
Il tempo di voltarmi,
E St.Nicholas venne giù dal camino con un balzo:
Era vestito di pelliccia, dalla testa ai piedi,
E i suoi abiti erano tutti anneriti di cenere e fuliggine;
Un fascio di giocattoli gli fu gettato sulla schiena,
E mi apparve come un venditore ambulante mentre sta aprendo la sua confezione:
I suoi occhi - il modo in cui brillavano! Le sue fossette: quanta allegra,
Le sue guance erano come le rose, il naso come una ciliegia;
La sua piccola, buffa bocca aveva le fattezze di un arco,
E la barba del mento era bianca come la neve;
Il moncone di una pipa teneva stretto tra i denti,
E il fumo circondava la sua testa come una corona.
Aveva una faccia larga, e la pancia un po' rotonda
Che scosse quando rise, come fosse una ciotola piena di gelatina:
Era paffuto e grassoccio, proprio un allegro, vecchio folletto,
E io risi quando lo vidi, mio malgrado;
Una strizzatina d'occhio ed una torsione col capo
Presto mi fece per dirmi che non avevo nulla da temere.
Non disse una parola, ma andò dritto al suo lavoro,
E colmò tutte le calze; poi si girò con uno scatto,
E poggiando il dito a lato del suo naso
E facendo un cenno col capo, su per il camino balzò.
Saltò sulla sua slitta, diede un fischio alla sua squadra,
E via tutti volarono, come la lanugine del cardo:
Ma lo sentii esclamare, quando già era lontano dal mio sguardo -
Buon Natale a tutti, e a tutti una buona notte.
- Clément Clarke Moore
E dopo avervi segnalato l'ultimo episodio del filmato della BBC dal titolo Victorian
Farm Christmas ( che some sempre trovate a fondo pagina, dopo la traduzione in inglese ) lasciate che vi porga, amici miei e lettori, i più sentiti Auguri per un Natale che venga a noi tutti, quest'anno, nel suo significato più profondo,
che ci unisca forte come non mai e che ci illumini di Speranza, ci riscaldi di Amore, ci riconforti di Gioia il cuore.
A presto ♥
"A Visit from St. Nicholas"more commonly known as "The Night Before Christmas"or "'Twas the Night Before Christmas", from his first verse, is a poem published anonymously in 1823, and later attributed to Clément Clarke Moore, of which he recognized the authorship in 1837; these verses, of which it was said that they were "without any doubt the most famous verses ever written by an American," were responsible for the consolidation of a number of conceptions of Santa Claus originated from the mid-nineteenth century to the present, and have had a huge impact on the history of Christmas gifts.
Before the poem was published and known, the American ideas of St. Nicholas and those about Father Christmas in Britain varied considerably, to become, then, thanks to Clément Clarke Moore, to coincide.
I propose it to you, to be enjoyed during these last moment of expectation of the coming of St.Nicholas:
A Visit from St. Nicholas
'Twas the night before Christmas, when all thro' the house
Not a creature was stirring, not even a mouse;
The stockings were hung by the chimney with care,
In hopes that St. Nicholas soon would be there;
The children were nestled all snug in their beds,
While visions of sugar plums danc'd in their heads,
And Mama in her 'kerchief, and I in my cap,
Had just settled our brains for a long winter's nap —
When out on the lawn there arose such a clatter,
I sprang from the bed to see what was the matter.
Away to the window I flew like a flash,
Tore open the shutters, and threw up the sash.
The moon on the breast of the new fallen snow,
Gave the luster of mid-day to objects below;
When, what to my wondering eyes should appear,
But a miniature sleigh, and eight tiny reindeer,
With a little old driver, so lively and quick,
I knew in a moment it must be St. Nick.
More rapid than eagles his coursers they came,
And he whistled, and shouted, and call'd them by name:
"Now! Dasher, now! Dancer, now! Prancer and Vixen,
"On! Comet, on! Cupid, on! Donder and Blitzen;
"To the top of the porch! To the top of the wall!
"Now dash away! Dash away! Dash away all!"
As dry leaves that before the wild hurricane fly,
When they meet with an obstacle, mount to the sky;
So up to the house-top the coursers they flew,
With the sleigh full of toys — and St. Nicholas too:
And then in a twinkling, I heard on the roof
The prancing and pawing of each little hoof.
As I drew in my head, and was turning around,
Down the chimney St. Nicholas came with a bound:
He was dress'd all in fur, from his head to his foot,
And his clothes were all tarnish'd with ashes and soot;
A bundle of toys was flung on his back,
And he look'd like a peddler just opening his pack:
His eyes — how they twinkled! His dimples: how merry,
His cheeks were like roses, his nose like a cherry;
His droll little mouth was drawn up like a bow,
And the beard of his chin was as white as the snow;
The stump of a pipe he held tight in his teeth,
And the smoke it encircled his head like a wreath.
He had a broad face, and a little round belly
That shook when he laugh'd, like a bowl full of jelly:
He was chubby and plump, a right jolly old elf,
And I laugh'd when I saw him in spite of myself;
A wink of his eye and a twist of his head
Soon gave me to know I had nothing to dread.
He spoke not a word, but went straight to his work,
And fill'd all the stockings; then turn'd with a jerk,
And laying his finger aside of his nose
And giving a nod, up the chimney he rose.
He sprung to his sleigh, to his team gave a whistle,
And away they all flew, like the down of a thistle:
But I heard him exclaim, ere he drove out of sight —
Happy Christmas to all, and to all a good night.
- Clément Clarke Moore ( 1779 - 1863 )
And after reporting the IIrd and last episode of the BBC series entitled Victorian Farm Christmas